Forse Domenico Siniscalco è troppo modesto. Sta di fatto che se il neo presidente di Assogestioni avesse avuto tre candidati per il consiglio di sorveglianza di Intesa, in seguito ai voti raccolti nellassemblea del 30 aprile tanti ne sarebbero stati eletti. Invece ne ha messi in lista solo due. Con il risultato che le Generali, pur avendo meno voti, hanno ottenuto due posti in consiglio anziché uno solo: a beneficiarne, oltre lex consigliere Gianluca Ponzellini, è stato Luigi Arturo Bianchi, il professionista milanese appena uscito dal cda delle stesse Generali, e così «risarcito». Mentre per i fondi di Assogestioni sono entrati Rosalba Casiraghi e Marco Mangiagalli.
Il motivo è che la lista dei fondi ha preso molti più voti del previsto, grazie alle adesioni e le deleghe di investitori istituzionali raccolte in tutto il mondo. Tuttavia bastava avere un nome di riserva, come avevano altre liste quali appunto le Generali, ma anche quelle delle fondazioni, per non trovarsi in questa condizione. La scelta, secondo fonti informate delle cose di Assogestioni, è legata al desiderio di non candidare un probabile bocciato. Ma la prassi indica che tale cautela non sia così necessaria, anche perché un bocciato oggi, diventa un promosso domani e comunque entra nel giro delle candidature di alto livello della grande finanza nazionale.
Invece, così facendo, i fondi si trovano con un rappresentante in meno (su tre potenziali) nel board della più grande banca italiana. Mentre le Generali ne hanno uno in più. Si può dire, a essere maligni, che il neo presidente del Leone Cesare Geronzi ha ora di che ringraziare Siniscalco. Che pure è ben conosciuto per la grande attenzione che riserva ai temi della rappresentanza delle minoranze, sui quali la sua presidenza di Assogestioni è attesa con grande interesse. Siniscalco, tra laltro, era in predicato di entrare nel consiglio di gestione proprio della stessa Intesa, prima della rinuncia annunciata in seguito.
Così il 30 aprile per la lista dei fondi ha votato oltre 1 miliardo di azioni, pari al 15,5% del capitale presente in assemblea. Lindicazione emerge con precisione dal verbale di assemblea, consultato dallagenzia Radiocor: la lista numero 1, presentata da Compagnia di Sanpaolo e Cariplo ha ricevuto 3 miliardi di voti, pari al 45% delle azioni presenti. La lista numero 2, presentata da Caribologna, Cariparo e CariFirenze, ha ottenuto 1,4 miliardi di voti, pari al 20,3% delle azioni presenti.
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