Prima di mettere la parola fine sulla vicenda Termini Imerese si dovrà aspettare ancora qualche giorno. Latteso tavolo previsto per domani pomeriggio al Ministero dello Sviluppo Economico, dove era prevista la firma dellaccordo per il passaggio della fabbrica Fiat a Dr Motor, è stato infatti rinviato e potrebbe tenersi il mercoledì successivo. Intanto, slitta anche la chiusura «anticipata» dello stabilimento, dal 24 al 25 novembre: da venerdì le tute blu saranno in cassa integrazione fino al 31 dicembre, data di chiusura definitiva. La motivazione ufficiale del rinvio del tavolo al Ministero, spiegano i sindacati, è legata ad impegni da parte del Lingotto, ma è possibile che questi due giorni vengano utilizzati per limare gli ultimi dettagli dellintesa, in particolare quelli legati agli incentivi sulla mobilità. Una questione fondamentale da risolvere perché il piano industriale presentato dal patron della Dr, Massimo Di Risio, darà posto a 1.312 persone e non di più; mentre ad oggi il bacino da assorbire comprende, tra Fiat e Maserati, 1.566 dipendenti, a cui si aggiunge lindotto, che Dr si è impegnata a garantire. Dai numeri emerge, quindi, la necessità di «asciugare» la lista dei dipendenti da riassumere attraverso laccompagnamento alla pensione. Secondo i dati Fiat, che tengono conto solo della storia contributiva maturata allinterno del Lingotto, i pensionabili nel periodo che potrebbe essere coperto dagli ammortizzatori sociali, sono 511. Una cifra destinata ad aumentare se si tiene conto di tutti i contributi versati, anche al di fuori di Fiat. Il numero, così, lieviterebbe, secondo i sindacati, a circa 650-700. Una differenza notevole, visto che a porre vincoli non è solo Dr, che non accrescerà il numero di assunti, ma anche il Lingotto, che non sarebbe disposto ad erogare gli incentivi previsti per una schierà così alta di lavoratori. Lesborso, secondo quanto afferma la Fiat, sarebbe di almeno 30.000 euro a dipendente: se le persone da accompagnare alla pensione fossero davvero 700, la spesa per la Fiat ammonterebbe a 21 milioni di euro.
Una strada percorribile per contenere il peso degli incentivi sulle spalle della casa torinese sarebbe così quella di abbassare limporto, ma i sindacati non sembrano disposti a concedere questa possibilità. I giorni in più saranno quindi destinati alla ricerca di una soluzione condivisa, richiesta a viva voce anche dal presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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