Inutilizzata la metà degli incentivi

Subito esauriti i bonus per l'acquisto di moto, barche, trattori e banda larga. Al palo restano gru e case ecologiche. La lobby delle due ruote chiede una seconda tranche. Se ne riparla a settembre

Qual è il bilancio degli incentivi al consumo di prodotti ecologici varati dal governo il 15 aprile scorso? Senza dubbio positivo per il settore delle moto, quello nautico, delle macchine agricole e movimento terra, e della banda larga. I tre comparti hanno fatto l’en plein: i 72 milioni messi a disposizione dallo Stato per l’acquisto di scooter, barche, trattori ed escavatori, e per la banda larga sono andati esauriti in poco tempo, tant’è che le rispettive organizzazioni di categoria fanno ora pressione sul ministero dello Sviluppo economico affinché in autunno venga programmata una seconda tornata di incentivi.
Le richieste di Ancma, Ucina e Unacoma in questa direzione derivano dal fatto che buona parte dei fondi stanziati dal governo sono stati utilizzati in minima parte. Corrado Capelli, presidente di Confindustria Ancma, ha rotto il ghiaccio al termine dell’assemblea degli industriali della moto: «Quanto è stato assegnato alle due ruote è andato esaurito in poco più di 10 giorni. Chiediamo allo Stato di dirottare sui settori che hanno maggiori prospettive di utilizzo quei fondi che non risulteranno assorbiti completamente».
Dei 300 milioni stanziati a metà aprile, 60 hanno riguardato le cucine componibili, altrettanti l’acquisto di immobili ad alta efficienza, 40 le gru a torre, 20 banda larga, nautica e macchine agricole e movimento terra, 12 («ma lo scorso anno ammontavano a 130 milioni», ricorda Capelli) i motocicli, 10 l’efficienza energetica industriale e 8 milioni l’acquisto di rimorchi. In coda alla classifica, secondo le tabelle del ministero dello Sviluppo economico aggiornate a ieri, ci sono proprio le richieste di agevolazioni relative all’efficienza energetica industriale (solo lo 0,35% della somma predisposta), ma anche quelle per le gru a torre (14%) e gli immobili ad alta efficienza energetica (24%). A Roma, logicamente, l’auspicio è che alla ripresa delle attività dopo la pausa estiva arrivi lo scossone anche per questi comparti. Certo è che un’attenta analisi della situazione sarà fatta tra settembre e ottobre e fonti del ministero non escludono che, nell’occasione, fondi non utilizzati possano servire per incentivare l’acquisto dei prodotti più richiesti. Intanto chi se ne dovrà occupare, si è già fatto un’idea: nella graduatoria delle priorità, se e quando una tornata di incentivi bis sarà decisa, ci sono le macchine agricole e movimento terra, la nautica (sotto osservazione i motori fuoribordo) e, con qualche dubbio, le due ruote.
A frenare la corsa ai bonus all’acquisto in alcuni settori, oltre agli effetti della crisi economica e alla particolarità dei prodotti interessati, sono soprattutto i vari adempimenti burocratici insieme a una serie di norme di non facile interpretazione. Ecco perché, nel caso degli elettrodomestici (cappe climatizzate, forni elettrici, lavastoviglie, piani di cottura e pompe di calore per acqua calda) in molti casi il titolare di un piccolo esercizio, davanti alle lungaggini e forse timoroso di sbagliare la compilazione dei moduli, ha preferito rinunciare alla vendita. L’opposto, invece, dei più attrezzati centri commerciali. Dei 50 milioni di euro stanziati per l’acquisto di elettrodomestici, solo il 42% è stato utilizzato. L’altro problema emerso in questi mesi è la sopravvalutazione delle possibili vendite in una categoria, come quella degli immobili ad alta efficienza energetica, in pratica le case che sfruttano le energie rinnovabili e sono costruite con materiali ecologici.

E per questo ancora piuttosto care. Un discorso a parte riguarda le gigantesche gru a torre, di cui l’Italia è un Paese leader per quanto riguarda la produzione. Solo la ripartenza in grande stile dei cantieri edilizi potrà rilanciare questo mercato.

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