Il Policlinico Umberto I è al collasso da tempo, ma qualcuno sembra averlo scoperto solo ora che linchiesta pubblicata dallEspresso - con il cronista «infiltrato» che ha documentato per un mese travestito da addetto alle pulizie le negligenze e la cronica mancanza di igiene dellospedale più grande dItalia - ha fatto scoppiare il putiferio. Quel qualcuno, per Cesare Cursi, vicepresidente di An della commissione Sanità al Senato, ha il nome e la faccia di Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio.
«Mi sorprende - osserva Cursi - che solo oggi leggo le dichiarazioni preoccupate di Marrazzo il quale chiede lintervento del governo per velocizzare i tempi dei lavori di ristrutturazione della struttura. Il governatore del Lazio forse dimentica che nel 2004 e nel 2005 inserimmo nella Finanziaria un apposito fondo che difendemmo anche dagli attacchi di alcuni alleati politici. Parlo di un finanziamento di 103 milioni di euro destinati alla ristrutturazione del Policlinico». Soldi che non stati mai utilizzati. Questo perché non cè mai stato il necessario passaggio degli immobili dellUmberto I dal Demanio allazienda Policlinico. E senza questo passaggio non si può buttare giù un solo mattone. Sul perché questo trasferimento non sia mai avvenuto, naturalmente, cè un rimpallo di responsabilità. Per Cursi non è secondario il fatto che la gestione dellUmberto I sia dellUniversità. «Dobbiamo chiedere al rettore Ruggero Guarino e al pro-rettore Luigi Frati - osserva il vicepresidente della commissione Sanità - cosa hanno fatto per consentire al Policlinico di essere messo nelle condizioni di operare. La demanializzazione è una procedura che deve essere sollecitata dallUniversità».
Di fatto il finanziamento non viene toccato. «Quando nel 2005 il Policlinico e la giunta regionale presentarono un piano di ristrutturazione inadeguato rispetto alle nostre proposte - continua Cursi - noi sollecitammo una serie di modifiche al direttore generale Ubaldo Montaguti, allassessore Battaglia e al rettore Frati che, a quanto mi risulta, non vennero mai fatte perché nel frattempo venne fuori la vicenda del demanio, che però esisteva pure prima». Lo stanziamento per risanare lUmberto I venne confermato nel 2005. Anche se a fatica. La Lega, infatti, cercò in tutti i modi di farlo bocciare prima in commissione Bilancio e poi in aula perché non voleva che tutti quei soldi finissero solo a Roma. Ciò nonostante neppure una lira venne toccata, neppure quando è cambiato il governo regionale e Cursi sollecitò nuovamente il piano.
«Da allora - chiede il vicepresidente della commissione Sanità - che cosa è stato fatto dalla giunta Marrazzo? È ingenoroso adesso scaricare tutto su medici e infermieri che, nonostante le strutture siano quelle che sono, garantiscono un servizio e vanno ringraziati. Oggi chiedere un tavolo tecnico con il governo mi sembra un mettersi la coscienza a posto.
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