Invecchiare non è un tabù Lo spot diventa «pro-età»

Invecchiare è quasi un’indecenza e le rughe sono l’ultimo tabù. Eppure a scoprire l’autorevolezza dei capelli grigi è proprio chi detta legge nel mondo dell’immagine: per i pubblicitari l’età è rassicurante e funziona e gli spot sono più efficaci se il testimonial ha qualche anno in più. Al punto da rendere intere campagne da «anti-età» a «pro-età». Attori non più giovani compaiono in spot pubblicitari facendo la parodia di se stessi ai tempi d’oro con tale leggerezza e buon umore, però, che quasi quasi «anziano è meglio». Così il leggendario William Shatner, l’immortale capitano Kirk di Star Trek, pubblicizza un sito internet che vende viaggi e vacanze. E ancora: Burt Reynolds, Peter Graves (L'aereo piu' pazzo del mondo) e altri prestano il loro volto agli spot. Prima a lanciare la tendenza «normale è bello» era stata la Dove (saponi e creme) con la campagna «Bellezza autentica» per una linea di cosmetici destinata alle donne vere. La società americana ora però dovrà adeguarsi alla nuova tendenza.

Visto che il processo si è invertito: un milione di persone, principalmente donne, ma non solo, si sottopone ormai regolarmente a interventi decisamente più invasivi di una seduta dall’estetista. Le iniezioni di Botox, per esempio sono aumentate da 2,8 milioni nel 2004 a 3,3 milioni nel 2005.

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