INVENTATO DI SANA PIANTA Ronconi fra comico e vanità

In scena nella sala di via Rovello la commedia firmata da Broch: quando la storia imita il cinema

INVENTATO DI SANA PIANTA Ronconi fra comico e vanità

Quante volte ci si è trovati a constatare che un testo è riuscito ad anticipare il tempo presente? Tante, forse troppe. Ecco perché, presentando Inventato di sana pianta, ovvero gli affari del barone Laborde, Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro, ha sentito di dover smontare la categoria dell'«anticipazione»: «Credo sia nefasta, perché è un modo per giustificare il presente e farlo apparire come inevitabile. Però è innegabile che questo testo ci aiuta a capirlo, questo presente. Un tempo in cui pare che ogni competenza non conti più, e che importi solo la capacità di creare relazioni su relazioni per arrivare al potere».
Un tempo di aria fritta, insomma, con risvolti pericolosi. E aria è la parola su cui riflette anche Luca Ronconi. «Nell'originale tedesco il titolo era “Aggrappati all'aria”, mentre in francese è stato tradotto “Scritto nel vento”, che francamente mi sembra un film romantico anni Cinquanta», dice il regista, che dal 5 marzo porterà in scena la pièce al teatro Grassi.
«Nel testo la parola “aria” ricorre spesso, usata come sinonimo di vuoto - prosegue -. Rendere quest'idea è stato il lavoro più duro, anche per il tipo di scrittura che l'autore ha adottato, con decine e decine di frasi sospese sui puntini come discorsi lasciati a metà».
L'autore è Hermann Broch, uno dei grandi della letteratura mitteleuropea. Inventato di sana pianta è del 1934, ma per la sua prima si è dovuto attendere gli anni Ottanta. Tema è la truffa che il barone Laborde (Massimo Popolizio) costruisce ai danni di Seidler (Massimo De Francovich), presidente di una banca.
Dall'inganno prende via un gioco anche comico di ulteriori inganni, vani tentativi di suicidio, rapporti d'interesse e di letto; breve, un carosello di azioni subdole costruite su un castello di vanità e vacuità.
«Broch segue idealmente il Professor Bernardhi di Schnitzler - aggiunge Ronconi - e ne accentua i tratti declinanti. Lì si combatteva ancora una battaglia nel nome dell’etica, qui tutto è perduto e la società è irrimediabilmente compromessa. La realtà non esiste più, esiste solo una specie di panna montata che nasconde l’essenza delle cose. Anche Laborde non mira con i suoi inganni all’appagamento, ma al solo desiderio: gli basta questo per essere soddisfatto».
Tra gli altri interpreti figurano Anna Bonaiuto e Giovanni Crippa, tutti impegnati in un testo che, proprio a causa dei suddetti puntini di sospensione, produce un sapore di cinema. «Gli attori dicono una cosa, poi se ne pentono e dicono il contrario - conclude Ronconi -. È tutto un taglia e cuci di frasi, che mi evoca con forza l’idea che la storia avanzi come se fosse montata seguendo il tipico procedimento cinematografico».


Inventato di sana pianta, ovvero gli affari del barone Laborde
Teatro Grassi, dal 5 marzo al 5 aprile, ore 19.30 (martedì e sabato) e 20.30 (merc.-giov.-ven.), festivi ore 16, info 848-800304, ingresso 29,50 e 23,50 euro

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