Silvia Kramar
da New York
La sfida laveva lanciata già nel 2003, durante una conferenza a Davos: sembrava volesse scherzare, ma Bill Gates era serissimo. Davanti a decine di scienziati di tutto il mondo, il miliardario della Microsoft aveva gettato sul tavolo un monte premi di 200 milioni di dollari offrendolo a chi, con coraggio e fantasia, avesse voglia di inventare cure, soluzioni e idee geniali per aiutare i problemi dilaganti dellAfrica. Ricerche non solo nel campo dei tumori o dellAids, ma che trovassero soluzioni alternative ai problemi di tutti i giorni. Sono trascorsi due anni da quella sfida, e adesso Bill Gates, visti i risultati, ha più che raddoppiato il monte premi: davanti ai 275 finalisti della «Grande sfida alla salute mondiale», Gates è salito a 450 milioni di dollari per completare alcune invenzioni che vanno dal rocambolesco al futuristico. I finalisti, i cui nomi e progetti sono stati annunciati lo scorso giugno, sono biologi, neurologi e nano fisici, ma sono soprattutto inventori. «Ho cercato di immaginarmi un futuro meraviglioso - ha detto Gates nei giorni scorsi ai finalisti riuniti a Seattle - in cui potremmo avere delle sinergie miracolose: il sorgo che cura la tubercolosi, le zanzare che pungendo inoculano vitamina A, le banane che non hanno mai bisogno di essere messe nel frigorifero».
Gli scienziati hanno sorriso, ma le loro proposte non mancano di un elemento geniale e quasi fantascientifico. Paul Yager, un ingegnere biologico delluniversità di Washington, ad esempio sta mettendo a punto il primo laboratorio tascabile: una scatoletta appena più grande di un cellulare con la quale fare accurati esami del sangue e diagnosi mediche nelle zone remote dellAfrica. Yager era rimasto stupefatto dalla lentezza con cui, due anni fa, era stato diagnosticato il virus che aveva causato unepidemia in un campo profughi. «I campioni del sangue erano stati spediti ad un laboratorio di Parigi e quando infine si era giunti a una diagnosi lintero rifugio già stava male».
Il suo prototipo di laboratorio in miniatura, nel quale Gates ha investito 15 milioni di dollari, analizzerà una goccia di sangue estratta da un dito alla ricerca di tracce del virus della malaria, del tifo, del morbillo e di tutte le altre infezioni che ancor oggi colpiscono i paesi sottosviluppati. Il suo progetto è già visibile su: micronics.net/products/blood.php. Il professor Richard Axel della Columbia university, ce lha invece a morte con le zanzare e col loro «naso». Il suo progetto vuole impedire alle zanzare di riconoscere lodore del sudore umano ed evitare quindi che gli insetti ci pungano. La sua invenzione, una sostanza innocua ribattezzata olfatticida, potrebbe essere spruzzata sul corpo umano e negli ambienti domestici.
Il dottor Richard Sayre, invece, sta studiando la cassava, un tubero che sfama ogni giorno più di 250 milioni di africani. Ma la cassava, che sopravvive sotto terra per mesi, una volta colta ha una sopravvivenza minima ed emana sostanze altamente tossiche. «Dieci anni fa era venuto da me uno studente che era quasi morto di fame in Biafra - ha raccontato Sayre -. Parlando mi aveva spiegato che il suo sogno era di estrarre le sostanze tossiche da quei tuberi e di trasformarli in un prodotto commestibile a lunga durata». La ricerca è cominciata da un semplice esperimento: «La nonna del ragazzo gettava le ceneri nella pentola per far rilasciare le sostanze tossiche dalle cassave. Abbiamo cominciato anche noi da lì». Il professore inglese Robin John Shattock sta invece portando a termine un vaccino contro lAids che possa essere inserito in vagina, combattendo la possibile infezione localmente, al momento stesso della contaminazione. Unaltra proposta per la lotta allAids, quella del dottor David Baltimore, vincitore del premio Nobel per la lotta ai tumori del 1975, possiede qualcosa di futuristico: invece di cercare di debellare il virus, Baltimore sta lavorando a una mutazione del sistema immunitario delluomo.
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