Cronaca locale

Investì e uccise una ragazza sulle strisce pedonali: arrestato motociclista

Il centauro è agli arresti domiciliari: l'accusa è di omicidio colposo. Il gip: «Sistematica noncuranza delle regole che disciplinano la convivenza civile»

Arrestato il motociclista che lo scorso 23 febbraio ha investito una studentessa di 23 anni mentre attraversava sulle strisce pedonali in corso XXII Marzo. L'uomo è accusato di omicidio colposo con l'aggravante della colpa cosciente, dell'aver agito, dunque, nonostante la previsione dell'evento. Questo perché ha superato sulla destra l'autobus che si era fermato per far attraversare la ragazza, travolgendola. L'impatto è stato tale che il motorino è stato ritrovato a quasi nove metri dal punto di impatto. Nei confronti dell'investitore, un pizzaiolo di 40 anni, sono stati disposti gli arresti domiciliari. In base a quanto ricostruito dagli agenti del nucleo Radiomobile della polizia locale, il conducente di un autobus privato si era fermato per far attraversare Michela C., originaria della Calabria e giunta a Milano per motivi di studio. Matteo Grassitelli, in motorino, lo ha sorpassato sulla destra, trovandosi improvvisamente davanti alla ragazza e l'ha investita. La giovane è stata soccorsa e ricoverata in ospedale, dove è stata dichiarata morta il giorno dopo. Anche il motociclista è stato portato al pronto soccorso, ma si è allontanato prima di essere curato, e soprattutto prima che lo sottoponessero ai test tossicologici per verificare se avesse assunto sostanze stupefacenti. E il giudice Simone Luerti, nell'ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari, parla di «sistematica noncuranza delle regole che disciplinano la convivenza civile». Ancora, il gip spiega che «la valutazione circa la sussistenza di esigenze cautelari e segnatamente di esigenze di tutela sociale in materia di reati colposi è notoriamente assai delicata e ardua, proprio in ragione della natura colposa - e quindi presumibilmente occasionale - dei reati stessi». Aggiunge, però, che «ciò non esclude tuttavia che determinate circostanze possono rivelare una attitudine costante del reo a tenere comportamenti che violano norme di prudenza». Nel caso in esame, «l'attitudine dell'indagato a comportarsi in modo gravemente imprudente nell'ambito specifico della circolazione stradale è dimostrata ampiamente» dagli atti trasmessi dalla Polizia municipale. Segue il riferimento ai precedenti incidenti causati dall'indagato, con l'accenno al «molto recente» caso in cui è scappato senza prestare soccorso. Oltre a questi precedenti, il gip ricorda che Grassitelli «ha causato incidenti alla guida di veicoli di proprietà di terzi», come nel caso in questione. Inoltre, «va stigmatizzato il comportamento dell'indagato, il quale, una volta ricoverato al pronto soccorso a causa della propria caduta, si è autonomamente allontanato, così rallentando ulteriormente gli accertamenti a suo carico».

Secondo il giudice, «appare evidente quindi che nessuna misura cautelare reale, quale potrebbe essere il sequestro del o dei veicoli intestati all'indagato, né altre misure amministrative, quali la sospensione della patente, risulta adeguata e sufficiente a prevenire ulteriori condotte colpose e comportamenti pericolosi dell'indagato, che essendo incline a ogni sorta di violazione di legge e di norma cautelare, può essere reso innocuo soltanto con una misura personale».

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