La prima ad arrivare sul posto, immediatamente dopo i carabinieri, è stata la madre. La donna, una vedova, si è chinata sul lenzuolo che copriva il cadavere del suo unico figlio, ai bordi della strada e non si è più mossa da lì. Il ragazzo - Mirko Lovecchio, un 17enne di Vaprio dAdda che laltra notte intorno alluna, su una bici, stava tornandosene a casa insieme a un coetaneo lungo la provinciale che porta a Cassano - era morto poco prima sul colpo, travolto da una vettura che poi era scomparsa nella notte. E il cui conducente non aveva neanche frenato. Anzi, era scappato.
I carabinieri della compagnia di Vimercate e quelli della stazione di Vaprio dAdda da subito si sono buttati «investigativamente» sul caso. Ed erano già risaliti al telaio e al modello dellauto - una Opel Corsa - quando i colleghi della stazione di Fara Gera dAdda (Bergamo) ieri mattina li hanno avvertiti che un pensionato 76enne si era appena costituito come responsabile di quellinvestimento. «Sì, sono stato io - aveva ammesso luomo in caserma -. Il ragazzo lho visto allultimo momento. Poi ho avuto paura».
I militari di Vimercate hanno voluto vederci chiaro. E non solo hanno convocato luomo per interrogarlo, ma hanno dato unocchiata al suo stato di famiglia. E così si sono accorti che il 76enne G.R., residente nelle vicinanze di Fara Gera, ha un figlio, D., di 35 anni.
Investe un ciclista, preso il pirata
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