(...) ieri da Il Giornale. Potrebbe essere anche lultimo anno della Notturna di Milano, il meeting internazionale di atletica leggera che Franco Angelotti tiene in vita con un cuore grande quanto il portafogli. Problema di impianti, ma anche di investimenti minimali, scelte sempre in discussione, cultura da bar dello sport. A scadenze regolari ci accorgiamo che Milano non ha un palazzetto degno di questo nome e manca di piscine. Nelle altre grandi città europee lofferta è così variegata che rischi di sbagliare indirizzo se non ti informi su quale impianto ospita levento.
A Madrid hanno impiegato tre anni per riportare alla luce un palasport venuto giù fra le fiamme, il quinto della città oltre i 6mila posti. La nostra amministrazione non è riuscita in 23 anni a ricostruire il palazzone di San Siro affossato dalla neve, dai politici e dai veti del consiglio di zona. Accontentiamoci allora del Palalido vecchio come il cucco e anche caro. Il Forum di Assago, che costa ancora di più, è raggiungibile solo in auto. Letizia Moratti, conscia di aver ereditato una situazione da terzo mondo, può far ripartire il volano grazie allExpo. È lultimo tram. A livello deccellenza bisogna riportare lArena Civica agli antichi splendori, fare del Vigorelli un palasport da 12 mila posti, impiantare lArena delle acque e del benessere al Lido, costruire un anfiteatro al posto dellattuale Palasharp. Ci vuole poi un consistente gruzzolo per riqualificare le strutture di base delle nove zone e creare una cittadella dello sport nellarea dellippodromo. È il progetto del Coni Milano. Se il piano di sviluppo sarà chiaro e convincente, non mancheranno le aziende disposte a investire in project financing. Ma è altrettanto importante svegliare limprenditoria milanese che allo sport dà solo qualche spicciolo e i due club di calcio che, a differenza di quelli spagnoli e tedeschi, non investono un euro sugli altri sport.
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