Io, Billo, prometto che non masticherò mai «il Giornale»

Caro Granzotto, ricordo l’intervento in cui raccontava che, dopo il primo momento di smarrimento, sua moglie e lei sareste tornati al canile per prendere un nuovo compagno. Vedo che non avete fatto passare troppo tempo. Auguri.
Napoli
Ho rivisto il suo caro viso con un nuovo cagnino. Vede che ha compiuto il «gran gesto» prima di quanto immaginasse? È un maschio? Una femmina? Dove l’ha preso/a? Quanto ha? Come si chiama?
Gianni Lodi
Milano
Noto che a farle compagnia c’è un nuovo amico. Visto che ho avuto occasione di leggere della precedente esperienza con Billi, ci vuole presentare il nuovo compagno di vita? Come molti possessori di cani, al momento della loro morte, ci ripromettiamo di non adottarne più e poi...
Daria Scrignaro
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Ogni mattina, prima di leggere il suo articolo, guardavo la sua foto con una speranza che ora si è avverata. Vorrei sapere qualcosa di più su un paio di occhietti vispi che vi compaiono...
Maurizio Giuseppetti
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Vedo dalla foto che la famiglia è aumentata. Congratulazioni. Mi piacerebbe sapere chi ha l’incarico di accompagnatore per la passeggiatina... igienica.
Giorgio Baruzzi
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Vorrei salutare quel musetto che si è affacciato dalla cuccia del mitico Granzo. Direi che ha il pedigree di uno slapper, o di un kisser, o di un birban. Dal suo sguardo non mi è tuttavia chiaro se sia più da punta o da difesa o da corner («Angolo» di Granzotto), ma sono sicuro che saprà far bene la guardia alla simpatia e al buon umore del suo migliore amico.
Pierluigi Diano
Milano
Da quando era sparito Billi dalla sua foto del suo angolo non vedevo l’ora di vederla con un altro cagnolino. Mi ha fatto immenso piacere vedere oggi che c’è un altro membro nella sua famiglia. Buon lavoro e una grattatina al suo cagnolino.
Carla Maria Minuto
Milano
Chi è quel bel trappolino accanto a Lei nella foto? Lo so che ci sono temi più scottanti da discutere, tipo la progressiva desertificazione della Terra (a me però l’anno scorso sono venute le vesciche alle mani a furia di spalar neve: sarà stata un’allucinazione?), ma ogni tanto ci vuole qualcosa di più piacevole e confortante.
Giovanna Montorfano
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E mi fermo, qui. Grazie a tutti (e molte scuse ai lettori lasciati fuori) per il benvenuto a Billo, il nuovo arrivato. Figlio di un «cane di cascina», ovviamente senza padrone e inchiappabile, e di una randagia che ebbe il buon senso di partorire nei pressi di un centro veterinario con uso di canile. Subito allertato dalla dottoressa Illengo, la veterinaria di Billi o ora di Billo («È molto carino, con le caratteristiche di una dozzina di razze. A me sembra perfino incrociato con le rotaie del tram») sono corso a fare la sua conoscenza: tre giorni dopo, il tempo di praticargli vaccinazioni e cure del caso, me lo sono portato a casa. Ora Billo ha due mesi e mezzo e non dico che abbia già imparato a leggere e far di conto, ma siamo lì. Bastardino di purissima razza, non so proprio cosa ne uscirà, «da grande». Un birban, probabilmente, per dirla con Diano.

Gli è stata approntata una cuccia ricavata da un cartone di barbera «La Monella», nome che mi pareva appropriato - designa un vino per il quale il Circolo del Tavernello esulta - e che Billo ha subito gradito (la cuccia, non la barbera). Per ora si limita a fare il cucciolo, ma ha già imparato che i miei giornali non si toccano (cioè non si sbranano), no e poi no. Ed è già qualcosa. Il resto verrà da sé.

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