di Maria Grazia Frijia*
Caro Massimiliano, come sai oltre ad essere consigliere comunale del Pdl a La Spezia sono anche una pendolare che tutte le mattine prende il treno per venire a lavorare a Genova, e come tutte le mattine mi fermo in edicola alla Stazione di La Spezia per comprare Il Giornale.
Purtroppo però oggi mi è accaduto un fatto abbastanza spiacevole. Nel negozio c'era una distinta signora che subito dopo di me ha comprato anche lei Il Giornale. Non ti nego che dentro di me ero in qualche modo compiaciuta di questo fatto perché tu sai bene quale sia la situazione spezzina: io definisco la mia città la roccaforte della Sinistra e quindi incontrare una persona che come me compra Il Giornale mi ha fatto sentire in qualche modo meno sola e forse anche meno inutile.
Compiaciuta fra me e me di questa situazione, piacevolmente colpita di quanto stava accadendo dentro l'edicola, ho percepito dietro di noi la presenza di un uomo e ho sentito borbottare qualche cosa del tipo «fasciste»... ma stavo uscendo dal negozio e non credendo alla mie orecchie ho pensato: «Ho sentito male. Figurati se si può arrivare a tanto... Non è possibile che si venga accusati di essere fasciste solo per aver comprato Il Giornale».
Comunque sono uscita dal negozio praticamente in contemporanea con la distinta signora che, sconcertata, si è fermata davanti all'uscio lamentandosi per le accuse ricevute.
A quel punto ho avuto la certezza di aver capito bene, mi sono fermata con la signora e ho verificato: ha proprio detto «FASCISTE». Stupita e anche un po' arrabbiata, ho perso parte del mio savoir-faire, sono rientrata nel negozio, mi sono rivolta al signore e gli ho detto che era un (...)