«La classifica? Sì, è vero noi siamo un po' fuori posto...».
Signor Bisoli, cosa vuol dire essere fuori posto?
«Mi spiego, non siamo fuori posto, voglio solo dire che se c'è una sorpresa in serie B, quella siamo noi, il Cesena».
Pierpaolo Bisoli adesso fa l'allenatore della sorpresa dopo vent'anni a farsi il campo. Porretta, Pistoiese, Alessandria, Arezzo e Viareggio. Ha 25 anni quando arriva al Cagliari, piedi castigati su un fisico potente, fa il mediano, quello vero, fiato e generosità. Come ha smesso, Dino Zoff l'ha avuto secondo alla Fiorentina, poi il volo, 17 maggio di quest'anno, dopo un solo anno sulla panchina riporta il Cesena in serie B. Ma non è questo il punto, dietro la sorpresa Cesena c'è il massimo dell'immaginazione al potere: «Facciamo la serie B? Vabbè, ma la facciamo a costo zero...».
Su una rosa di 14 giocatori che il presidente Igor Campedelli si è portato dalla C si sono uniti altri 14 elementi senza sborsare un solo euro, tutti prestiti e svincolati, una genialata da secondo posto in classifica dopo otto giornate, miglior difesa del campionato.
Ma questa storia come funziona?
«Qui c'è una società oculata, io li chiamo e dico: se hai voglia di lavorare vieni qui. Do a tutti un'opportunità e non illudo nessuno. Non ci sono titolari, Bucchi va in panchina e metto dentro Milan Djuric, diciannove anni. Giocano quelli che durante la settimana mi hanno convinto, se quando usciamo sconfitti ci applaudono io mi sento a posto, perdo io, vince la squadra».
E funziona.
«Da chi vogliamo partire? Da Antonioli? Francesco era svincolato dal Bologna, gli ho detto che questo è un bel posto per chiudere una carriera fantastica come la sua, gli ho detto che sarei stato orgoglioso di averlo, le motivazioni sarebbero arrivate. Ha vinto scudetti con Milan e Roma, portiere dell'Under 21, nel 2000 era agli Europei con Dino Zoff. Adesso è qui, ha 40 anni e una voglia da ragazzino».
Con gli altri come ha fatto?
«Massimo Volta è un '87, ce l'avevo al Foligno quando non aveva neppure vent'anni, voleva tornare con me. È bastata una telefonata, era al Vicenza ma lui è della Sampdoria, ce l'abbiamo in prestito gratuito. Come Federico Erba, diciott'anni, cartellino della Roma, prestito gratuito. Martin Petras è uno slovacco, una colonna, 34 presenze in nazionale, viene dalla Triestina, era svincolato. Luca Giunchi ha 23 anni, era in C2 al Celano Olimpia, l'abbiamo preso a fine agosto dopo un periodo di prova, era svincolato. Marco Parolo per me è fortissimo, uno dei migliori centrocampisti della B, è del Chievo che lo aveva girato al Verona, adesso è qui in prestito gratuito. Continuo? Daniele Pedrelli è un ex Primavera dell'Inter, Mancini l'ha fatto anche esordire in prima squadra, era al Treviso e dopo il fallimento è arrivato da noi. Il francese Dominique Malonga ha vent'anni, ce l'ha dato il Torino...».
Poi ci sono i prestiti dei giovani dai grandi club, vengono da voi e finalmente giocano, è così?
«Luca Castiglia è un centrocampista di vent'anni della Juventus, ma qui a Cesena c'è anche un gran vivaio, Luca Righini, Marco Tattini, ci sarà spazio. Credo sia più importante non fare tragedie, per esempio la prossima di campionato la giochiamo alle dodici, tutti a chiedermi come faremo. Ve lo dico subito: un paio di allenamenti a mezzogiorno».
Ma quanti ne sono arrivati a costo zero?
«Tutti i nuovi, tutti senza spendere un euro, con una eccezione».
Cosa è successo?
«Abbiamo fatto uno scambio col Novara, da loro è andato Simone Motta, il nostro bomber della passata stagione, e ci hanno dato Davide Sinigaglia, Moratti stravedeva per lui. Motta per Sinigaglia più conguaglio a nostro favore... Ci siamo portati a casa un centomila euro...».
Cifre da capogiro...
«Ma guardi che in B così fan tutte, sono gli ingaggi quelli che pesano e quelli li paghiamo».
Capirai, ingaggi da centomila euro, il più alto è Bucchi, quattrocentomila euro che per metà paga il Napoli...
«Noi a certe cifre non possiamo arrivarci, anche se un giocatore ci interessa dobbiamo stare attenti. Cristian Bucchi è uno che ha fatto caterve di gol da tutte le parti, era reduce da un brutto infortunio, cartellino del Napoli. È venuto con grande entusiasmo e una parte dell'ingaggio ce lo paga il Napoli, per noi sarebbe stato troppo pesante».
Poi ci sono i colpi El Galgo Schelotto e il brasiliano Do Prado.
«Schelotto è un talento, non ho mai avuto uno con queste potenzialità, alto, gambe lunghe, eleganza da centometrista. In Argentina era al Banfield ma non aveva un contratto da professionista. Il passaporto italiano gli è arrivato a gennaio, per il transfer si sono dovuti attendere i primi di aprile. Si è unito a noi poco prima del ritiro di Castrocaro, è in orbita Atalanta, ce l'abbiamo a metà. E Guillherme Do Prado era addirittura svincolato dopo il fallimento della Pro Patria».
Il presidente Campedelli avrà fatto un monumento a lei e al direttore sportivo Antonio Recchi.
«Lavoro di gruppo, tutto in perfetto accordo anche se ora Recchi non c'è più. Incompatibilità di carattere ha precisato il presidente».
E adesso chi è il direttore sportivo?
«Si va avanti senza direttore sportivo, ha detto Campedelli, e noi andiamo avanti senza direttore sportivo».
Scusi signor Bisoli, ma una sorpresa può vincere il campionato?
«Non lo chieda a me, se hai voglia di lavorare vieni qui, a Cesena si sta bene».
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