«Io, diniana della prima ora e del futuro»

«Io, diniana della prima ora e del futuro»

«Eccomi qua, sono tornata».
Veramente lei, professoressa De Martini, non è che sia mai sparita dalla circolazione. Anzi, si è data sempre molto da fare, in vari campi. E, bisogna ammetterlo, con un certo successo.
«Bontà sua. Ma io intendevo dire che sono tornata a partecipare attivamente a un progetto che fa riferimento a un soggetto politico, quello del senatore Lamberto Dini con cui avevo già collaborato molto intensamente in passato».
Allora questo significa che Isabella De Martini - neuropsicologa, docente universitaria, incarichi negli Stati Uniti e in Italia, e attualmente coordinatore di un gruppo nato nel 2004 all’interno del Comitato di biosicurezza, biotecnologie e scienze della vita della presidenza del Consiglio - si dà alla politica?
«Se è per questo, ho già fatto politica attiva. Sono stata anche candidata nel 1997 nella Lista Dini-Rinnovamento italiano, accogliendo l’invito pressante dello stesso Dini e del professor Gianni Marongiu, allora illustre capolista».
Altri tempi.
«Ma i valori di allora sono sempre validi. Anche perché mi ero impegnata a far decollare il Forumprogetti, lanciando idee che poi si sono concretizzate, nonostante certi boicottaggi politici: il liceo internazionale al Deledda (su delega dell'allora assessore Luca Borzani), l’Accademia del Mare, il Master su Diritto ed Economia della navigazione a Savona. E inoltre: lo scambio culturale universitario fra Argentina e Liguria (con il ministero degli Esteri), le residenze universitarie nel centro storico (pungolando a dovere Ersu e Regione). E mi piace ricordare quanto s’è adoperato Paolo Odone per esportare cultura e immagine di Genova all’estero».
Poi è venuto il G8.
«Un’esperienza molto importante, fianco a fianco con il capo della struttura di missione Achille Vinci Giacchi. Abbiamo trovato le navi per ospitare i grandi del mondo a Genova, i finanziamenti per la Stazione marittima... A proposito: sono riuscita anche grazie all'intervento dell'allora Provveditore Tullio Russo a ottenere il rifacimento della Stazione, ora utilizzata anche come "vetrina" per manifestazioni di pregio non solo a vantaggio dell’immagine delle istituzioni, ma pure dell’intera città».
E finalmente il ritorno a casa.
«Con Dini, una risorsa eccezionale per l’Italia, un uomo di origini semplici che si è fatto da sé».
Ma lei non aveva preso le distanze?
«Anche se il mio impegno nella società mi ha fatto incontrare sintonie, come si direbbe, “trasversali“, purché fossero di buon senso, è anche vero e provato che non mi sono mai sentita collocata nello schieramento politico di sinistra. Così, ho preferito rimanere fuori dalla partecipazione politica diretta, pur mantenendo inalterata la stima nei confronti di Lamberto Dini».
Qui in Liguria, come diniano doc, si è distinto Rosario Monteleone.
«Ha svolto una funzione essenziale, con un lavoro capillare, mantenendo vivo lo spirito di Rinnovamento italiano. Bisogna riconoscerlo».
Ora però lei è diventata un leader nazionale del movimento.
«Un momento. Precisiamo bene per non confondere i cittadini, e i “miei“ amici liguri in particolare cui sono molto legata e riconoscente. Il senatore Dini ha dato vita al movimento dei Liberaldemocratici, con la decisione di non aderire alla costituzione del Partito democratico, e con la proposta di un "manifesto" per il rilancio economico, sociale e culturale del nostro Paese. Così facendo ha perso per strada una piccola parte dei suoi seguaci, ma la stessa scelta ha riavvicinato a lui molte più persone, tutte quelle, ed io fra loro, che si erano allontanate da lui all'atto della confluenza di Rinnovamento Italiano nel "calderone" della Margherita».
In questa veste, lei, Isabella De Martini, più agguerrita che mai...
«... Isabella De Martini si mette a disposizione di tutti quei cittadini che vogliono contribuire al rilancio della propria città e del proprio Paese, come responsabile nazionale di un movimento di riferimento progettuale. Si può e deve parlare a tutti, col linguaggio della vera Comunicazione. È l'altra Italia, quella che non va in piazza, e che non è andata a votare per le primarie, né ha partecipato alle manifestazioni di protesta organizzate dai partiti, ma ha bisogno di sentirsi rappresentata in un altro modo. Il movimento Liberaldemocratico offre questa possibilità».
Riparte dalla Liguria.
«Mi piacerebbe che la Liguria fosse una sorta di terreno di sperimentazione e, insieme, di trampolino di lancio di questo progetto così ambizioso e altrettanto fondamentale: la partecipazione diretta ad un Forum di idee, al quale possono partecipare attivamente tutti gli interessati. Per questo motivo ho accettato l'invito del presidente Dini per un rinnovato impegno politico, e l'organizzazione di un Forum progettuale che possa dare voce anche a chi fino ad oggi è rimasto in silenzio».
Genova e la Liguria sempre nel cuore, ma soprattutto fucina di idee e di realizzazioni.
«È questo il punto. Ed anche il mio obiettivo. Da circa cinque anni vivo e lavoro a Roma, ma ritorno a Genova ogni volta che posso, e non dimentico l'entusiasmo di tutti gli amici con cui ho collaborato in passato, qui, nella costituzione prima del Forum (cosiddetto di Riccardo Garrone), e poi del Forumprogetti. Insieme siamo riusciti a realizzare solo una piccola parte di quanto ci eravamo proposti, però con molta concretezza».
Ha subito attacchi allora, potrebbe subirne anche adesso.
«Non mi spavento certo per questo. Non per niente, e al Giornale lo sapete per quello che scrivo su queste pagine, sono considerata, come dire?, un tipo scomodo, senza peli sulla lingua. Gli attacchi subiti allora, da parte di chi voleva difendere interessi personali, se mai mi hanno resa più forte, e il sostegno, ancora di recente ricevuto a Catanzaro dal pubblico ministero Luigi De Magistris per il coraggio di denunciare alcune "irregolarità ", mi hanno lusingato e spronato».
La carica è quella giusta. Ma la responsabilità è altrettanto gravosa.
«Mi aiuteranno, ne sono convinto, i miei amici del Forum, e poi conto su tanti genovesi e liguri che hanno idee e progetti da portare avanti e suggerirmi. Abbiamo dovuto interrompere il dialogo per un po'di tempo, e mi domando: vogliamo riprenderlo? Intanto scrivetemi al mio indirizzo e.mail, i.demartini@isabellademartini.191.it.

Noi liberaldemocratici, e innanzi tutto io stessa, siamo a disposizione. Con entusiasmo, voglia di fare, idee ed esperienza. Per Genova e la Liguria, che hanno molto bisogno di riprendere la strada dello sviluppo, e per tutto il resto del nostro meraviglioso Paese».

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