Franca Sozzani (nella foto) fa outing: ero di sinistra, mi sono pentita. Intervistata da Klaus Davi in KlausCondicio su YouTube, la direttrice di Vogue Italia si esibisce in una seduta di autocoscienza applicata alla politica. «Sì, è vero, sono stata e in cuor mio lo sono ancora - riflette al microfono - una donna di sinistra, ma oggi indubbiamente apprezzo loperato del presidente del Consiglio e auspico che tenga duro. A me il colore politico - aggiunge - non interessa più: il Paese deve essere guidato da persone che abbiano non solo delle teorie, ma soprattutto delle pratiche». E così, via libera allepifania elettorale, con tanto di amarcord. «Sette anni fa ho incontrato Berlusconi e gli ho detto: Non lho votata, ed era la verità. Poi devo dire che cè stata quella parentesi tra lui e lui - sarebbe a dire il governo Prodi, ndr - che è stata talmente disastrosa che uno non sa più cosa augurarsi...». Conclusione del percorso, un vicolo cieco. «Sono la prima a dire che non voto più sinistra, perché non va bene. Cè bisogno di gente che sappia almeno tecnicamente dirigere un Paese. I due anni di Prodi sono stati un incubo: i continui litigi, gli scontri con gli alleati. Tutto negativo». Quindi la «zarina» della moda indossa i panni dei leader di partito. «Si vestono un po tutti uguali». Ok, il duello: meglio Silvio o Dario? «Berlusconi fa benissimo a mettersi in doppio petto, piuttosto che in girocollo, perché è più consono alla figura e anche al ruolo che ricopre. Franceschini non lo conosco. Lho visto quattro volte sui giornali: non è che mi sia rimasto impresso per il look». Insomma, labito fa il premier. Riaperto invece larmadio di Bertinotti: «Lui allinizio mi piaceva perché rompeva gli schemi, si vestiva come un signore inglese...».
Finale con veleno anti veline.
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