nostro inviato a Rezzato (Brescia)
Un occhio al futuro, vedi Ronaldinho, un altro al passato, dicesi Marcello Lippi e un no comment sul presente, alias Carlo Ancelotti. Adriano Galliani non si fa pregare quando cè di mezzo il «suo» Milan e, allapertura del «Sesto Milan Business Forum», annuncia che se il campione brasiliano del Barcellona dovesse lasciare il club catalano, non avrà altra destinazione che il Milan. «Non credo che il Barça si priverà di Ronaldinho», afferma, «ma se deciderà di cederlo, verrà sicuramente al Milan e non a una terza società. Siamo in stra-pole position per prenderlo e il presidente Berlusconi non lesinerà sforzi per acquistarlo».
Su Ancelotti e sulla sua voglia di restare, magari «alla Ferguson», Galliani glissa elegantemente, anche perché Frank Rijkaard sembra avere già scavalcato le speranze del buon Carlo, ma è meglio non dirlo visto che di mezzo cè ancora la Champions. E sulla scorsa estate di fuoco del nostro calcio, con retrocessioni e penalizzazioni, «le ferite sono fresche, ancora aperte» commenta lad rossonero. «Questo è un campionato particolarissimo, ma la prossima stagione sarà diversa perché partiremo tutti alla pari». Poi la battuta su Lippi: «Carraro ed io convincemmo Marcello Lippi a guidare la nazionale dopo la brutta eliminazione degli azzurri di Trapattoni agli europei in Portogallo».
Secondo il dirigente del Milan, linteresse intorno al calcio non è calato dopo Calciopoli: «Non credo ci sia un calo di appassionati, le televisioni che parlano di sport stanno facendo ascolti incredibili. Una volta il Milan aveva 75.000 abbonati, è vero, ma andare allo stadio era lunico modo per seguire la squadra». Inevitabile anche un accenno al problema sicurezza, un campo «nel quale Inghilterra e Spagna sono più avanti di noi: nessuna squadra gioca in coabitazione con unaltra nello stesso stadio. Anche Moratti è daccordo per migliorare San Siro, ci vuole una legge ad hoc per privatizzare gli stadi, perché attualmente è impossibile acquistarli dagli enti pubblici.
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