Sanremo - La Malika Ayane che non t’aspetti si specchia dentro una tazza di tè bollente. Sincera, disarmante, irresistibile. Ristorante chiuso, metà pomeriggio: eccola, è la favorita di Sanremo e senz’altro arriverà prima: se non al Festival, sicuramente in classifica perché questo brano, Ricomincio da qui, ha l’ossatura di un best seller. E lei, per dirla tutta, quella della star.
Però Malika, forse è la prima volta che in gara a Sanremo c’è una canzone ispirata a una poesia.
«Déjeuner du matin».
Di Jacques Prevert.
«Un mattino stavo traslocando e l’ho letta. Racconta il momento della colazione tra due che si amano e poi il saluto. Che può diventare un abbandono. A me la colazione determina come andrà la giornata».
Prima lei abitava in via Padova a Milano, che l’altra sera sembrava Guatemala City.
«Mi sono trasferita sei mesi fa. Ma lì non ho mai avuto problemi a rientrare a casa alla sera».
L’anno scorso qui ha trionfato. Perché ha deciso di tornare?
«Per presentare il mio disco nuovo. Si intitola Grovigli, è un gomitolone di canzoni una diversa dall’altra».
Perché?
«Mi piace pensare di essere una trasformista. Diciamo che sono lo Stanislavkij del pop».
Spesso i trasformisti non sanno chi sono. Cambiano troppo.
«Io sto iniziando a capire qualcosa di me. Imparo a delegare, prima ero troppo accentratrice. Adesso ho più consapevolezza e posso fidarmi degli altri».
In fondo lei appena due anni fa era una sconosciuta di belle speranze.
«In questo tempo ho capito che faccio quello che voglio e che so fare. Perciò ho scelto di essere la manager di me stessa».
Ha imparato a farsi gli affari propri.
«E tocco con mano le cose».
Risultato?
«Ho capito che è tutto molto meno romantico di quello che sembra da fuori».
Però l’altra sera, durante le prove qui all’Ariston, lei sembrava molto consapevole.
«Speriamo un giorno di riuscire a liberarmi dell’asta del microfono. Sarebbe una liberazione».
Le fa paura l’Ariston?
«Conosco bene l’orchestra ma il pubblico è sempre un’incognita».
Le piacciono le incognite?
«Mica tanto».
Però l’altro giorno s’è lasciata sfuggire una frase che la dice lunga: «Io sono fidanzata con Cesare e lavoro con Cremonini». Come l’ha conosciuto?
«Tutto è venuto spontaneamente. L’ho cercato per collaborare semplicemente perché ritengo che lui sia il più bravo dei cantanti italiani».
E il più promettente. Cantate anche insieme in Grovigli.
«Ma la cosa più difficile è stata gestire il nostro rapporto al di fuori».
Sembrate la coppia perfetta. Anche per un figlio.
«Prima dei trent’anni vorrei un altro figlio. Ma ora sono in una nuvoletta sentimentale e certe cose non riesco a percepirle. Di sicuro sono serena».
Come fa una cantante a essere serena?
«Lo so, è un mondo pieno di ego. E io, a dire il vero, sono sempre stata molto empatica: mi facevo carico delle sofferenze altrui».
Lei non ha ego?
«Certo che ce l’ho, altrimenti non farei la cantante».
E allora?
«Riesco a tenere sotto controllo l’ego e il mio codice di autosufficienza fa il resto. Perciò dico che sono serena».
Ma la serenità non è un handicap per un’artista?
«Tutt’altro».
Chi vince il Festival di Sanremo?
«Ma sa che non l’ho mica capito? L’anno scorso quando ho visto Arisa scendere dalla scala dell’Ariston ho
Una previsione.
«Non so se vinceranno i talentini, ossia quelli che vengono fuori dai talent show. Oppure Irene Grandi. Oppure chissà».
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