Carissimo direttore, oggi, contro ogni indicazione berlusconiana di Vicenza (a proposito, grande intervento!), ho lasciato lufficio a un orario per me inusuale e, parcheggiata lauto in piazza della Vittoria, mi sono fatto via XX Settembre contento. Giunto al Carlo Felice ho scoperto con rammarico che ogni speranza di entrare sarebbe stata vana: tutto esaurito! Peccato e... buon segno.
Tanta gente fuori, mi sono posizionato allingresso degli artisti, quello dove «ovviamente» sarebbe entrato il nostro. Dallaltra parte, dallingresso principale, provenivano le urla dei cori da stadio, quasi tutte insignificanti a parte un davvero incredibile «Italia libera!» ritmato più volte, cui un signore che passava accanto a me ha risposto rimuginando «Andassero in Corea del Nord a cantare queste idiozie!». Ho incontrato mio padre, che è mestamente tornato a casa, poi il mio amico Maurizio con suo padre, poi ancora Mauro, che conosco da sempre ma di cui ignoravo linnamoramento pro-Silvio che ci accomuna. Tutti a casa, piano piano, e io, chissà perché, sono rimasto lì, iniseme ad altri sconosciuti, insieme a un piccolo popolo fatto di persone che aspettavano il suo arrivo.
Poi è successo tutto in un attimo. Le auto della Polizia e della Security, Silvio che scende dallauto, saluta rapido e sorridente (strano!) e il gruppo di signori e signore intorno a me che urlano «Forza Silvio!». Dietro di me un ragazzo azzarda anche un Forza Milan. Gli improperi sono tutti dallaltra parte, perché i gradinatisti stazionano davanti allingresso principale, dimostrando il solito acume tattico. Mi sono sentito contento solo per averlo visto per un attimo, e non mi sento neppure ridicolo a scriverti queste righe un po bavose, che non corrispondono a tante critiche che, per chi mi conosce, spesso faccio nei confronti di «Berlusca».
È che ho sentito più forte che mai, guardandolo da due metri, che spero proprio che vinca, che lui rappresenta me, piccolo imprenditore, meglio di tutta lintellighenzia sinistrese, che tutto sommato meno male che lo abbiamo.
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