Cronaca locale

«Io, lombardo doc, non ho paura di portare Napoli in casa Verdi»

Il giovane tenore Carlo Nicolini presenterà le più belle melodie di Caruso, Gigli e Tosti

Domenica alle 16, nella Casa di riposo Giuseppe Verdi, risuoneranno le più belle e celebri melodie napoletane. Fra un Tosti e un De Curtis la voce del giovane tenore Carlo Nicolini ci riporterà indietro nel tempo quando Caruso, Gigli e Luciano Pavarotti, incantavano le platee cantando in napoletano: lingua internazionale.
Queste arie, non certamente facili, hanno radici musicali profonde. Carlo Nicolini, 30 anni, pur mostrando una pronuncia napoletana di tutto rispetto è nato a Voghera ed è un «lombardo doc», non si sa da quante generazioni.
Nicolini è modesto per natura nella vita di tutti i giorni ma, grintoso in palcoscenico, è nato dalle ceneri d'un baritono mancato e studia da tenore da circa cinque mesi: «Devo tutto al maestro Tangucci che ha saputo indirizzarmi verso la mia vera vocalità - esordisce Nicolini -. So di dover studiare ancora molto per poter rendere onore a lui, ma ho la fortuna d'avere una compagna che mi capisce. Cosa posso desiderare di più? Per ora mi accontento di partecipare a dei concerti per prendere confidenza con il pubblico. Ma ho buone speranze di debuttare in un grande e importante teatro d'opera l'anno prossimo. Giuseppe Verdi è il mio autore preferito e ho voluto offrire proprio agli ospiti di questa stupenda “opera” (come Verdi amava definire la casa di riposo per musicisti), la mia voce, ben sapendo d'avere in loro dei giudici severi, giusti e incorrotti».
Il giorno più bello della sua vita?
«Quando ho capito la grandezza di saper credere in Dio, nella mia ragazza e nella musica».
Come vede il suo futuro?
«Il palcoscenico, perché amo cantare e donare il mio canto. Ho già prestato la mia voce per commemorare due colossi come Maria Callas e Luciano Pavarotti».
Quale potrà essere il suo repertorio?
«Non consideratemi presuntuoso, ma il mio maestro Enrico Zucca mi assicura che presto sarò pronto ad affrontare le grandi opere verdiane».
Il suo pubblico preferito?
«Quello che non mi ama per conquistarlo e quello che amo per farmi amare sempre di più».
Ha già dei programmi?
«Sì, belli, bellissimi, ma non ho ancora firmato e un po' di scaramanzia ci vuole».


Perché presenta in casa di Verdi delle canzoni napoletane?
«I grandi tenori del passato le cantavano donando gioia a chi li ascoltava ed io - modesto tenore del presente - spero di far trascorrere qualche ora spensierata agli ospiti di Casa Verdi con brani desueti per loro che amano e ascoltano principalmente l'opera».

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