«Io, miracolata La mia vita ricomincia oggi»

In ogni strage c’è quasi sempre un superstite per caso. Sembra un film, è la realtà. Paola Casali, 42 anni, romana, aveva prenotato il tour sull’elicottero precipitato nell’Hudson per sé e il figlio Lorenzo, 13 anni. È arrivata troppo tardi all’eliporto della 30ª strada: quando si è presentata all’imbarco, non era più possibile salire sul velivolo in partenza tra mezzogiorno e l’una. Ovvio il disappunto, non le è rimasto che armarsi di santa pazienza, ritrovare serenità e aspettare di salire sull’elicottero successivo. Finché si è sparsa la notizia del disastro.
«Oggi per me comincia una nuova vita - ha dichiarato ieri -. Sono confusa, ma penso di essere stata molto fortunata».
È stata salvata dal proprio ritardo. Lorenzo le aveva detto che era preoccupato, che aveva paura di volare. Normale, per un ragazzino di 13 anni. Con il senno di poi, il timore aveva il sapore di una premonizione.
«Lorenzo avrebbe voluto fermarsi in uno Starbucks - ha aggiunto la mamma -, io però l’avevo tranquillizzato. Il tour era perfettamente sicuro, l’avevo già fatto sei anni fa». Allora magari nei cieli c’era meno affollamento.

Viene in mente la tragedia dell’airbus di giugno, quando un ingegnere marchigiano, Claudio Freddi, venne trattenuto in Brasile da ritardi sul lavoro. Solo per questo evitò di imbarcarsi per Parigi, per il ritorno, a Falconara Marittima.

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