«Io non corro, ma possiamo trovare il candidato vincente»

«Io non corro, ma possiamo trovare il candidato vincente»

Giura di aver smesso di pensare al fare il candidato sindaco per Genova e che la sua fedeltà al Pdl non è in discussione, Enrico Musso lavora da senatore e per ora questo gli basta. Il quarto posto nella classifica del gioco «Scegli il tuo sindaco» (1.357 tagliandi) gli interessa poco anche se ringrazia «chi ha voluto esprimere così l’apprezzamento per la mia persona». Ma al professore universitario questo gioco non è mai andato a genio e le critiche che gli aveva riservato qualche settimana fa le ribadisce oggi.
È ostinato. Per noi è stato un grande successo.
«Confermo quanto dissi allora. Sedicimila voti su centinaia di migliaia di elettori sono un fenomeno irrilevante. Per di più non rispetta il principio una testa, un voto. Meglio un sondaggio vero fatto da una casa indipendente che possa far capire chi vuole l’elettore del centrodestra»
Ma la nostra non era un’indagine scientifica, è stato un gioco che ha fatto divertire i lettori e, a quanto pare, agitato molti esponenti del centrodestra.
«Questo è vero. Riconosco al Giornale il merito di aver tirato fuori nomi di persone che potrebbero e vorrebbero misurarsi in questo ruolo. Io stesso ho sempre detto al Pdl che bisognava confrontarsi su una rosa di persone e non solo sulla mia. L’unico che ha fatto veramente questa operazione è stato il vostro gioco»
In molti hanno detto che questa classifica di opinione abbia destabilizzato il Pdl genovese e come effetto lei si sia ritirato
«Lo smentisco nella maniera più assoluta. La mia decisione prescinde dal gioco e ha a che fare solo con le critiche continue che ho subito da diversi esponenti del partito. Non avevo più voglia di essere un candidato di facciata perché non si trovavano elementi migliori. Non mi considero un ripiego e non lo sarò»
Con lei defilato, però, sono spariti anche altri che avevano fatto un passo avanti e si deve ripartire da zero. Ma come?
«Rimango convinto che la scelta migliore per espugnare Genova sia puntare su una persona che stia al di fuori del contesto politico e magari già vicino come area di riferimento al centrodestra»
Il Musso del 2012, insomma?
«Esatto, il candidato migliore possiamo ancora tirarlo fuori ma bisogna andare oltre alla militanza se si vuole vincere»
Lei è davvero fuori dai giochi? E, soprattutto, lavorerebbe sul serio per individuare un candidato nuovo?
«Quando ho detto che mi sarei ritirato è stato dopo una riflessione durata settimane. Non torno indietro. Se il partito crede alla mia idea vado avanti per cercare una persona adatta, ma ci deve essere il consenso di molti se non di tutti. Altrimenti non troverei nessuno pronto a fare la figura di Musso: scelto e poi affossato»
Magari una donna?
«Certo, sarebbe la soluzione ideale. Che poi è l’unico difetto che la Vincenzi non ha».
Intanto continuano i suoi smarcamenti dal Pdl. Non è che è pronto ad abbandonare la barca?
«Sono e voglio continuare ad essere un esponente del Popolo della Libertà, ma nessuno potrà farmi tacere.

Considero scandaloso quanto accaduto per la vicenda Brancher e critico anche la scelta di inserire nel consiglio di amministrazione dell’Automobil Club Italiano il figlio di La Russa, il compagno della Brambilla e il figlio di Ermolli. Se non per un fatto di morale, almeno per l’aspetto formale».

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