«Io, superlaureata, difendo le veline che fanno politica»

Roma«Che peccato!».
Cosa?
«Che ci sia stata malizia».
È dispiaciuta?
«In parte sì».
E in parte no?
«Sa, a volte i giornalisti esagerano».
Ci risiamo, sempre colpa nostra.
«Guardi, in passato sono stati scritti articoli non veri su di me. Ma ormai mi sono abituata».
Dottoressa Comi, la prego!
«Va bene, so che magari fa parte del gioco usare la malizia quando non c’è alcuno scoop. Ma eravamo tutte lì impegnate a fare un corso serio, a prendere appunti, a venire interrogate...».
Come a scuola?
«Sì, altro che sfilata».
Tra le papabili candidate del Pdl alle Europee, però, non mancavano volti noti della tv.
«E cosa vuol dire?».
In che senso?
«Io non mi sento velina, né letterina, né letteronza. Ma ciò non significa nulla».
Proprio nulla?
«Molte ragazze del corso sono bellissime...».
Appunto.
«Sì, ma sono pure intelligenti. Basta con il binomio bellezza- stupidità. Io magari ho altre caratteristiche, ma loro, oltre a saper ballare e cantare, hanno un cervello».
Lei però è stata la più brava: parola di Renato Brunetta.
(Inizia a sciogliersi, Lara Comi, classe 1983 e bocconiana, laurea con lode alle spalle ed esperta di brand-marketing, cioè «gestione a 360 gradi di una categoria di prodotti». E adesso sorride) «Sono rimasta un po’ allibita, ma è stata una grande soddisfazione. Anche perché, di solito il ministro Brunetta ci pensa dieci volte prima di fare un complimento così».
Già, e poi sul Giornale, su un quotidiano...
«Sì, sono andata subito a comprarlo quando l’ho saputo».
Chi l’ha avvertita?
«Un mio caro amico, che mi ha svegliato con un sms».
Cosa le ha scritto?
«“Sei sempre la solita secchiona”».
Solita secchiona?
«Sì, mi prendevano già in giro ai tempi dell’università».
Senta, ci racconta com’è andata la «tre giorni» di lezioni?
«Cosa vuole sapere?».
Quante eravate?
«Diciannove o venti».
Tutte donne, però.
«Perché? È un problema?».
No, si figuri, continui pure.
«Il corso è durato due giorni e mezzo, da martedì a giovedì. A fare l’introduzione sul Parlamento europeo è stato il vicepresidente Mario Mauro. Poi, è venuto a salutarci il premier».
Cosa vi ha detto Berlusconi?
«Non ha illuso nessuna».
Può essere più precisa?
«Ha spiegato chiaramente che non tutte le ragazze selezionate saranno poi candidate per le elezioni di giugno. E che quindi non tutte verranno elette».
Lei comunque ci spera.
«Certo che ci spero».
Torniamo al corso.
«Abbiamo fatto lezione con il ministro Frattini e nei giorni si sono alternati Brunetta, Quagliarello, Verdini e La Russa».
Il più tosto?
«Brunetta».
Gli sta restituendo il favore?
«No, ma ci ha spiegato che bisogna fare tutto con passione e, dopo averci consegnato tre fascicoli, ci ha interrogate. E ha rimproverato pure una di noi».
Perché?
«Era arrivata in ritardo».
Romanzina tipica dei «prof».
«Be’, la struttura della sala era come un’aula: sedie, cattedra, ma niente lavagna».
Si sente pronta per un’eventuale ricandidatura?
«Sì. L’anno scorso fui sfortunata. Ero ventitreesima in lista, alle Politiche, in Lombardia 1, e fui la quarta dei non eletti, anche per l’exploit della Lega».
Ma alle Europee ci saranno le preferenze. Non le teme?
«È un banco di prova, una verifica. E la candidatura sarebbe l’incipit, per capire se la gente ha fiducia nei giovani. Io ho 26 anni e di certo il mio curriculum non può essere paragonato a quello di un cinquantenne».
Che fa, già rinuncia?
«No, dico che se non si rivoluziona il meccanismo, come sta tentando di fare Berlusconi, in Europa non ci saranno giovani, ma solo sessantenni».
Quando l’ha conosciuto?
«Nel 2004, a San Siro, dopo Milan-Brescia: fu scudetto».
Ecco la prova: il Cavaliere l’ha selezionata perché milanista.
«Non credo, ci sono molti interisti nel Pdl. Ma si mise a parlare con me perché sono di Saronno, paese d’origine della sua famiglia. Mi chiese se ero secchiona».
Ma ce l’ha scritto in fronte?
«Non lo so, ma voleva sapere se andavo bene a scuola».
Da lì il via alla politica?
«No, mi sono avvicinata a Forza Italia a 14 anni. Ho fatto l’assistente di Mariastella Gelmini, divenendo nel 2005 coordinatrice lombarda dei giovani. Ruolo mollato nel 2007, quando ho iniziato a lavorare in azienda».
Hobby e passioni.
«Gioco da anni a calcetto e mi piace molto il nuoto. Amo viaggiare, il mio scrittore preferito è Joyce, il personaggio storico invece Adam Smith, il primo a credere nel libero mercato...».


Alt, non è un’interrogazione. Ma cosa legge?
«Adesso giornali inglesi, per migliorare la lingua».
Altro stimolo di Brunetta?
«Lui l’ha consigliato, ma lo faccio per lavoro. Spesso ho a che fare con Hong Kong...».

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