Iorio: «Il Molise confermerà la Cdl anche qui Prodi ormai ha deluso»

Fabrizio de Feo

da Roma

Per il rush finale della sua campagna elettorale Michele Iorio, governatore uscente del Molise, sceglie di recarsi a Morrone, il suo paese natale. Una piccola concessione alle sue radici alla fine di un tour de force duro e serrato in cui tutto il centrodestra, leader compresi, si è speso fino all’ultimo comizio.
Presidente Iorio, domani e lunedì il Molise vota per il rinnovo della giunta regionale. Quali sono le sue sensazioni?
«Le sensazioni sono buone. Sono convinto che i molisani ci riconfermeranno la fiducia. E questo sia per il buon governo di questi anni, con la gestione dell’emergenza terremoto e il rilancio dell’economia, sia per le sfide e le prospettive future come il potenziamento delle strutture universitarie e le realizzazioni avviate di concerto con il governo nazionale».
Lei da tempo sta lavorando per l’autostrada Termoli-San Vittore. Esiste il timore che un’eventuale vittoria del centrosinistra possa frenare questo salto di qualità infrastrutturale?
«Abbiamo destinato risorse regionali importanti e avviato le pratiche per far partire il primo lotto dell’autostrada da realizzare con il project-financing. L’obiettivo è collegare il Tirreno con l’Adriatico. La sinistra, invece, è già pronta ad azzerare questo lavoro e parla di progetti alternativi. Sarebbe gravissimo bloccare questa prospettiva di sviluppo».
Per Silvio Berlusconi dal Molise deve partire il segnale che è arrivato il momento di mandare a casa il governo Prodi. Il voto ha anche una valenza nazionale?
«Sì, certamente. Sto verificando in giro quanto malumore c’è contro il governo e quanta delusione c’è in ampi settori della sinistra delusi da una Finanziaria che ha scontentato tutti. In Molise, poi, c’è una tipologia di lavoratori autonomi e di imprenditori agricoli economicamente tutt’altro che forti che rischiano di ricevere una mazzata forse definitiva».
Il leader azzurro è venuto ripetutamente nella sua regione. E a molti è sembrato che abbia riacquistato voglia di fare politica proprio attraverso il contatto con la gente molisana.
«È vero. Qui ha ricevuto un affetto incredibile, forse ancor di più dei momenti più esaltanti del suo impegno in politica. Posso testimoniare di aver visto un leader caricato e ritrovato».
In questi primi sei mesi di governo sono arrivati segnali di attenzione verso la sua regione?
«Sono arrivati segnali distruttivi. Uno è la riduzione del finanziamento per la ricostruzione post-terremoto, sostenuta dal governo precedente con larga disponibilità di fondi. L’altro è il provvedimento, poi rivisto in commissione, sull’eliminazione della presenza dello Stato nelle piccole realtà territoriali».
Cosa chiede al governo per far fronte al problema della ricostruzione?
«Noi finora siamo stati all’altezza e abbiamo finanziato adeguatamente tutta la ricostruzione. Ora però che si entra nel vivo e molti progetti dei comuni diventano esecutivi il governo Prodi rallenta pesantemente lo stanziamento dei fondi con il rischio di tornare alle vecchie abitudini dei terremoti infiniti».
Il molisano Antonio Di Pietro si dice convinto che la sua Italia dei Valori sarà decisiva.
«Di Pietro rappresenta un elemento di supporto forte per il centrosinistra ma non credo sarà sufficiente per la vittoria anche perché finora non ci sono stati suoi interventi a favore del Molise».
La Casa delle libertà, dopo alcune iniziali difficoltà, si presenta unita. Coma va la navigazione con gli alleati dell’Udc?
«Ho visto qui un Casini molto deciso e convinto.

Gli elettori hanno apprezzato e ci stanno restituendo una rinnovata carica. A questo si aggiunge il sostegno di alcune liste civiche che rappresentano il segno di una forte adesione al nostro programma anche da settori non identificati nel centrodestra».

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