Un ipermercato sulla pista dei sogni

Il meglio degli ultimi 30 anni di Formula Uno è passato dalla pista parmense di go-kart. Peccato però che adesso chiuda. Siamo sulla via Emilia verso Piacenza, vicino a Ponte Taro, tra San Pancrazio e Fraore, dove il kartdromo è uno dei più frequentati d'Italia. Il contratto d'affitto è scaduto con la fine dell'anno, i proprietari del terreno hanno concesso una proroga di appena sei mesi, così da consentire l'attività non ufficiale, di noleggio e prove. Attivo dal 1968, il Parma Karting Club si è già dovuto rassegnare a perdere le manifestazioni più importanti del kart e l'area è destinata a ospitare il classico centro commerciale, che spazzerà via anche i ricordi. Qui si è fatto le ossa Ayrton Senna, protagonista nel '77, a 17 anni.
«In curva quasi non frenava - ricorda il patron del tracciato, Tiziano Pellegrini -. Ci lasciò sbalorditi, andava talmente forte che dimenticammo di prendere il tempo». Un predestinato ai tre titoli mondiali. «Da noi sono passati anche Jenson Button e Nico Rosberg, Cristian Fittipaldi, Lewis Hamilton e Kimi Raikkonen - sottolinea l'ex pilota Paolo Barilla, 48 anni, vicepresidente del gruppo alimentare di famiglia -. E pure Fernando Alonso e Robert Kubica, che qui aveva ripreso confidenza con il volante dopo il grave incidente».
A Parma sono cresciute generazioni di driver italiani, una scuola che si sta estinguendo: Vitantonio Liuzzi e Stefano Modena, Eddie Cheever e Riccardo Patrese, Andrea De Cesaris e Giancarlo Fisichella. Il romano nel 1985, a 12 anni, partecipò al trofeo Industrie. «Ho imparato a guidare nella capitale - ricorda il numero uno della Force India -, eppure sono state le due gare vinte a Fraore a lanciarmi in campo internazionale. Vorrei correre sulla nuova pista, dove sarà ricreata. E con me mi piacerebbe ci fossero gli altri big».
Non purtroppo Elio De Angelis, scomparso nell'86, ma aderirebbero di sicuro anche Ivan Capelli, Alex Zanardi e Jarno Trulli, secondo nel campionato italiano di kart del '95. Da fine anni '70 San Pancrazio meritò l'appellativo di «mondialpista», ospitando cinque campionati del mondo e 4 Europei.
«Un gioiello - conferma l'ingegner Gianpaolo Dallara, che con la sua scuderia si affacciò alla Formula Uno -: spero che rinasca altrove, con gli stessi criteri. Per Parma significa molto, anche come indotto turistico». A Miami - per esempio - allestiranno una pista analoga, nel parcheggio dell'autodromo.

«Servono almeno due anni - confessa il consigliere comunale Fabrizio Pallini, della giunta di centrodestra -, per prima cosa va individuata la nuova location».
È dallo scorso luglio che i parmigiani sanno che la pista prediletta è destinata a morire, ma la mobilitazione non è bastata a evitarlo.

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