Duccio Pasqua
Ipertensione da camice bianco. Un problema che accomuna molti pazienti, che una volta davanti al medico si fanno sopraffare da ansia ed emotività, alterando sensibilmente i propri valori di pressione. I medici e gli psicologi dellospedale Fatebenefratelli allIsola Tiberina, in occasione del congresso nazionale Afar - Associazione dei Fatebenefratelli per la ricerca biomedica e sanitaria - in programma a Benevento dal 22 al 24 settembre, presenteranno una ricerca su questa particolare forma di ipertensione.
Perché la pressione è più alta se misurata dal medico, rispetto a quando viene controllata da un infermiere o da un familiare? Perché, come capita in alcuni casi, risulta normale nello studio del medico, ma è stabilmente più alta sia nelle misurazioni fatte in casa, sia nella registrazione delle 24 ore?
Per rispondere a queste domande sono stati presi in esame 150 soggetti, sia ipertesi che normotesi, di età compresa tra i 30 e i 60 anni. Sono stati divisi in base al grado di ipertensione, bilanciati per età, sesso e scolarità, e sottoposti a misurazione della pressione con diversi metodi.
La ricerca, nata in collaborazione tra lUnità operativa di psicologia clinica e il Centro per lipertensione arteriosa, ha evidenziato che lanomalia pressoria è causata da un disturbo della regolazione psicologica delle emozioni, definito «alessitimia», che implica un deficit della capacità di elaborare le reazioni emotive razionalmente, una difficoltà ad esprimerle e a creare un legame con laltro stabilendo un rapporto di fiducia. Il fenomeno diventa più rilevante con laumento delletà. Lanziano è più dipendente dal medico, più fragile, e di conseguenza il corpo diventa il veicolo ideale per esprimere le emozioni. Dovere del medico è quello di saper interpretare i messaggi trasmessi dal corpo del suo paziente.
«Nel corso della visita e della misurazione della pressione - spiega il professor Dario Manfellotto, responsabile del Centro per lipertensione dellospedale - bisogna capire e interpretare i pensieri del paziente, studiare le sue reazioni, parlargli della malattia, sentire le sue opinioni. È, inoltre, importante fare sempre un confronto fra i dati della pressione misurati dal medico, quelli automisurati, e quelli rilevati con la registrazione nel corso di 24 ore, per verificare se esistono differenze significative». Gli ipertesi in media sono più soggetti ad alessitimia dei non ipertesi: generalmente insicuri, lamentano spesso sintomi somatici, più che problemi psicologici o relazionali, e possono avere esplosioni di collera o di pianto senza sapere perché.
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