Come da copione non è arrivata nessuna offerta alla prima fase di gara per lassegnazione delle frequenze Ipse, ossia quelle che sono tornate al ministero dello Sviluppo economico dopo la chiusura delle attività di quello che doveva essere il quinto gestore di telefonia mobile in Italia. Lesito era scontato in quanto le offerte minime da presentare in questa prima fase di gara per le frequenze Umts (pari a 15 Mhz) dovevano essere di almeno 495 milioni. Una cifra enorme rapportata a quanto sono intenzionati a spendere gli operatori. Le quattro società che partecipano alla gara, ossia Telecom, Vodafone, Wind e «3» sono rimaste già «scottate» una volta. Le stesse frequenze infatti sono state pagate nella gara effettuata dal ministero nel 2000 quasi 3 miliardi di euro. Adesso i gestori attendono la seconda fase della gara quando il prezzo per le frequenze scenderà a 88,78 milioni per ogni blocco. Insomma la gara, a differenza di quella del 2000 effettuata sullonda della bolla speculativa di Internet e della new economy, non è al rialzo ma al ribasso. A fare il prezzo delle frequenze saranno dunque le quattro società, ossia i gestori di telefonia mobile italiani, le uniche interessate ad avere più «spazio», ossia più frequenze per le loro reti.
Anche se dato che i blocchi sono 3 da 5Mhz luno la presenza di quattro gestori interessati potrebbe far lievitare un po il prezzo. Si ritiene comunque che alla fine il «bottino» per il governo dovrebbe essere modesto, circa 300 o al massimo 400 milioni di euro. La prossima presentazione delle offerte è attesa per il 4 giugno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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