Alberto Pasolini Zanelli
da Washington
Tutti a casa dallIrak? Non proprio, ma metà forse sì, entro un anno. Non è una richiesta dellopposizione, ma una decisione allo studio del governo americano, che avrebbe già stabilito un programma abbastanza dettagliato, per di più elaborato in una serie di consultazioni con gli alleati, a cominciare dal principale, che è la Gran Bretagna. È stato proprio un giornale londinese, il Mail on Sunday, a pubblicare il contenuto di un memorandum della Casa Bianca al numero 10 di Downing Street, e il governo britannico, per voce del ministro della Difesa John Reid, ne ha confermato lautenticità, limitandosi a precisare che si tratta solo di uno «scenario prudente».
Sempre il Mail on Sunday afferma che esiste un piano per il ritiro delle truppe britanniche dallIrak, piano messo a punto dal ministro John Reid e finora rimasto top secret. Il piano prevede di lasciare in Irak un contingente di tremila unità, delle 8.500 attualmente presenti. Nel confermarlo, il ministro della Difesa ha però ribadito che il governo inglese intende rimanere in Irak per «tutto il tempo che sarà necessario». Una decisione, comunque, sarà presa prima della fine dellanno.
Gli alleati dispongono oggi in Irak di sei divisioni, che dovrebbero essere ridotte a tre. Le truppe americane sono 140mila: dovrebbero diventare 66mila a metà del 2006. Analogamente il contingente britannico, che è a quota 8.500, dovrebbe ridursi per la stessa data a 3mila, poco più di un terzo (ed è noto che i tremila soldati italiani sono stazionati nella zona britannica).
Un rimpatrio di queste dimensioni diventerà fattibile solo se non prenderà la forma di un assottigliamento generale delle forze bensì del concentramento della presenza militare alleata in alcune zone, insieme a una reale trasmissione dei poteri, anche militare, al governo di Bagdad. LIrak è diviso in 18 province e 14 di esse dovrebbero essere lasciate alla responsabilità del governo legittimo. Ciò renderà possibile, fra laltro, la drastica diminuzione della presenza britannica. Essa è concentrata nel Sud, dove si sono verificati ultimamente pochi incidenti e in cui la minaccia sembra nettamente diminuita.
Cè anche una «zona polacca» in unarea ancor più tranquilla, anche perché poco abitata; il governo di Varsavia ha già annunciato lintenzione di richiamare a casa le truppe. Gli americani controllano il resto del Paese, con quattro divisioni proprie più i contingenti alleati. Ne fanno parte le zone della guerriglia più intensa e dei più fitti atti di terrorismo, ma non in modo unitario. Gli epicentri sono attorno a Bagdad e in tre aree a Sud, a Nord-Est e a Ovest della capitale, abitate in grande prevalenza da sunniti. I curdi, più a nord, sono in ottime relazioni con gli americani, e nel Sud gli sciiti hanno deposto le armi dopo aver condotto una violenta sollevazione lanno scorso, con lunghi e sanguinosi combattimenti. Adesso questa fazione religiosa detiene la maggioranza in Parlamento e in pratica controlla il governo del Paese.
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