Irak, i sunniti chiedono caschi blu arabi

Il leader Dulaimi all’Onu: «Fermate la pulizia etnica». Vendetta sugli sciiti provoca 20 morti

da Bagdad

All’indomani della mattanza di sunniti ad Al-Jihad, le rappresaglie contro gli sciiti sono proseguite anche ieri a Bagdad, dove due autobomba vicino a Sadr City, un’altra esplosione nel cuore della capitale e un agguato a un bus di pendolari hanno provocato almeno 21 morti.
In vista della riunione del Parlamento, convocato per oggi in sessione straordinaria, Adnan Dulaimi, anziano leader del Fronte della concordia (Tawafuk), il principale blocco sunnita, ha intanto chiesto all’Onu d’inviare in Irak «forze arabe e musulmane» per garantire - ha spiegato - la sicurezza a Bagdad e nelle altre zone che stanno «subendo uccisioni settarie e razziste».
Rinnovando le accuse alle milizie sciite per la spietata pulizia etnica ad Al-Jihad, il quartiere alla periferia ovest di Bagdad dove secondo un ultimo bilancio sarebbero stati uccisi domenica 61 sunniti, Dulaimi ha quindi affermato che il Tawafuk opererà per «difendere i sunniti», ma «non sarà mai motivo per innescare una guerra civile».
La cronaca dell’ennesima giornata di sangue si è aperta a Bagdad con un duplice attentato nel quartiere di Talibiya, a ridosso della sterminata cittadella sciita di Sadr City, alla periferia est della capitale irachena. Una prima autobomba è esplosa di fronte a un’autofficina nei pressi della centrale telefonica di Jamila, seguita a poca distanza dall’esplosione di un’altra autobomba nella vicina Piazza 83. Alla guida della seconda autobomba, c’era un kamikaze: ha atteso che una folla di soccorritori e curiosi venisse richiamata sul posto dall’esplosione per farsi a sua volta saltare in aria. Il bilancio del duplice attentato è di dieci morti e una cinquantina di feriti.

Poco dopo un ordigno è esploso nel cuore di Bagdad provocando altri quattro morti e sette feriti e nel primo pomeriggio, un autobus di pendolari è caduto in un’imboscata nel quartiere a maggioranza sunnita di Ameriya, alla periferia ovest di Bagdad, dove si sono contati sette morti, mentre a Kirkuk l’esplosione di due autobomba ha provocato almeno tre morti e otto feriti. Infine a Mossul un imam, Mahdi Osman Saied, è stato ucciso all’uscita della sua moschea.

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