Dopo otto anni, otto mesi e 26 giorni, si conclude la missione militare americana che portò alla cacciata di Saddam Hussein. La cerimonia dellammainabandiera, svoltasi a Baghdad alla presenza del segretario alla Difesa Usa, Leon Panetta, e senza alcun ministro locale, ha posto simbolicamente fine allintervento militare più controverso dopo il Vietnam, che ha lasciato sul terreno 4.500 soldati Usa e almeno 60mila iracheni. In Irak rimangono ancora 4mila militari americani, che si ritireranno entro dicembre: al culmine della guerra erano 170mila, sparsi in oltre 500 basi. «Dopo tanto sangue versato dagli iracheni e dagli americani, lobiettivo di un Irak in grado di governarsi da solo e garantire la propria sicurezza è diventato realtà», ha affermato Panetta. Il Paese «sarà messo alla prova nei giorni a venire, dal terrorismo e da coloro che cercano di dividerlo, dalle questioni economiche e sociali, dalla stessa domanda di democrazia». «Sfide» innumerevoli per cui Baghdad avrà sempre «un amico convinto e un partner», gli Stati Uniti. «Lo dobbiamo a tutte le vite che sono state sacrificate in questa guerra», ha osservato il capo della Difesa. Il ritiro delle forze Usa è stata una delle questione più dibattute negli ultimi mesi dalla politica irachena.
Washington ha offerto più volte di mantenere i propri soldati nel Paese dopo la deadline di fine anno ma il governo di Baghdad ha declinato lofferta, complice la pressione dellala sadrista, strenua oppositrice degli Usa e alleato di peso in Parlamento e nel governo. Proprio ieri a Falluja, cuore della resistenza sunnita, centinaia di iracheni avevano «festeggiato» il ritiro Usa bruciando bandiere americane e israeliane.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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