Irak Nuova condanna a morte per Alì il Chimico

Alì il Chimico, al secolo Ali Hassan al Majid, deve essere impiccato. Lo ha ribadito ieri il Tribunale speciale iracheno che gli ha inflitto un’altra condanna alla pena capitale per il genocidio degli sciiti del 1991. «Ringrazio Dio», ha sussurrato alla lettura della sentenza al Majid, uno degli ex potenti cugini del defunto ex rais Saddam Hussein, e che all’epoca dei fatti era ministro dell’Interno, dopo essere stato governatore del Kuwait occupato. Aveva pronunciato le stesse parole alla lettura della prima sentenza capitale, il 24 maggio 2007, quando fu riconosciuto colpevole di aver ordinato l’uso di armi chimiche nella campagna di Anfal, che tra il 1987 e il 1989 sterminò oltre 180mila curdi. Per gli sciiti preferì, invece, l’artiglieria.

In seguito alla sconfitta delle forze irachene e alla loro cacciata dal Kuwait nel 1991, le popolazioni sciite del sud dell’Irak dettero vita ad un’insurrezione contro il regime. Secondo stime non ufficiali, la repressione costò la vita ad almeno 100mila persone.

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