da Lucca
«Un ritiro dallIrak in questo momento non aiuta la situazione. Se la guerra è stata giusta o sbagliata è una domanda storica che è giusto porsi, in questo momento però il popolo iracheno ha bisogno di una presenza di altri Paesi almeno per cercare di mantenere un certo livello di stabilità».
Lo ha detto il direttore esecutivo del Global Strategy Projet ed ex vice-direttore esecutivo dellInternational Institute for Strategy Studies of United States di Washington Dc, lo statunitense Marco Vincenzino, intervenendo al secondo e ultimo giorno di lavori del convegno «Le nuove relazioni transatlantiche» organizzato dalla fondazione Magna Charta, il centro studi promosso dallex presidente del Senato Marcello Pera.
«Per questo gli aiuti non solo economici ma anche militari che arrivano da fuori - ha proseguito - servono a mantenere gli equilibri raggiunti. Credo quindi che questo non sia il momento per il ritiro dal Paese, anche se ciò è quanto deciso dal governo Prodi».
«È anche vero però che se lItalia manterrà una presenza civile in Irak, ebbene - ha aggiunto il direttore dellistituto americano - questi cittadini andranno comunque protetti perciò ritengo sia una cosa difficile poter ritirare le Forze Armate. Ci vorranno minimo 800-1.000 soldati per garantire la sicurezza della presenza civile e questa è una cosa riguardo la quale il governo Prodi dovrà dichiarare le sue intenzioni».
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