Iran, ancora protesta verde: fermi e lacrimogeni

Lacrimogeni e bastonate per disperdere i sostenitori di Moussavi. Accorsi all’università di Teheran per la preghiera del venerdì, i manifestanti hanno ascoltato il discorso di Rafsanjani che ha chiesto di "liberare gli arrestati e un presidente voluto dal popolo"

Iran, ancora protesta verde: fermi e lacrimogeni

Teheran - L'Iran non trova pace. Scontri tra polizia e sostenitori del leader dell’opposizione Mir Hossein Moussavi sono scoppiati nel centro di Teheran dove si sono radunati i manifestanti dopo la preghiera del venerdì. La polizia usa lacrimogeni. Lo riferiscono testimoni. Dopo aver ascoltato Rafsanjani alla preghiera del venerdì, migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per sostenere apertamente il leader dell’opposizione. "Ripristinare la fiducia che c’era e che ora è in qualche misura venuta meno - ha detto la massima autorità spirituale del Paese - non è necessario imprigionare la gente. Lasciamo che tornino alle loro famiglie".

Ancora contestazioni L’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani parla di "una situazione amara". Dopo le contestate elezioni presidenziali del 12 giugno, che hanno visto ufficialmente rieletto il presidente Mahmud Ahmadinejad, i sostenitori di Moussavi hanno preso coraggio e si sono opposti al regime iraniano. Ancora oggi, in occasione della preghiera del venerdì, decine di migliaia di manifestanti sono scesi in strada a Teheran per protestare ancora contro Ahmadinejad. La polizia, presente in massa, in assetto anti sommossa, è intervenuta lanciando lacrimogeni e caricando i manifestanti che indossano un braccialetto verde, il colore scelto da Moussavi durante la campagna elettorale. Quindici gli studenti arrestati. L’obiettivo dell’opposizione è di dimostrare la propria forza durante la preghiera del venerdì affidata all’ayatollah Akbar Hashemi Rafsanjani, alla presenza di Moussavi e di Mehdi Karoubi.

L'appello di Rafsanjani I manifestanti iraniani arrestati nei giorni scorsi durante le proteste per l’esito delle presidenziali "devono essere liberati". L’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani ha denunciato che l’Iran sta attraversando "una crisi" che può essere risolta con l’elezione di "un presidente che sia voluto dal popolo". L’ex presidente ha ricordato che l’ayatollah Ruhollah Khomeini, fondatore della Repubblica islamica, "ha sempre sottolineato il ruolo del popolo" nella politica iraniana. Per questo, ha affermato Rafsanjani, "anche i membri dell’Assemblea degli Esperti, che eleggono la Guida suprema, sono eletti dal popolo, così come i parlamentari. E anche il presidente deve essere scelto dal popolo".

Poi Rafsanjani ha puntato il dito contro il Consiglio dei Guardiani, colpevole di "non aver usato nel miglior modo possibile" il tempo supplementare che gli aveva dato la Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, per esaminare le denunce di brogli.

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