Iran, pena di morte per i video hard

da Teheran

Mentre la guida suprema della Repubblica islamica, l’ayatollah Alì Khamenei, ricompare in pubblico per ribadire il presunto diritto dell’Iran a dotarsi di tecnologia nucleare (smentendo così anche le voci che erano circolate sulla sua morte), una nuova notizia riporta l’attenzione su altri aspetti del regime di Teheran. Rischiano infatti la condanna a morte le 31 persone arrestate dalla polizia iraniana con l'accusa di aver realizzato e diffuso filmini porno girati con i telefonini cellulari: l'annuncio è stato dato dal Presidente del Tribunale Penale di Teheran, Saiid Mortazavi.
Si tratta dello stesso giudice che negli ultimi anni ha condannato decine di giornalisti, ha fatto chiudere un centinaio di testate, ed è stato indicato da una commissione parlamentare quale responsabile della morte, durante gli interrogatori in carcere, della giornalista irano-canadese, Zahra Kazemi. Mortazavi ha annunciato che applicherà la pena di morte a tutti coloro che sono coinvolti nel giro dei filmini porno caserecci, realizzati da giovani utilizzando telefonini dotati di fotocamera.
Nei giorni scorsi sono state arrestate 31 persone, tre delle quali accusate anche di violenza sessuale sulle ragazze ritratte nei filmini. I filmini porno fatti in casa hanno un mercato florido in Iran, dove vengono venduti fino a 30 euro l'uno, molto di più dei blockbuster di Hollywood riprodotti in versione pirata.

Tale mercato, tollerato per lungo periodo, è diventato un caso nazionale dopo la diffusione delle immagini hard di una nota attrice televisiva, Zohre Mir Ebrahimi. Nei primi giorni del 2007 l'Iran, al secondo posto dopo la Cina per il numero delle esecuzioni, ha già fatto fatto eseguire almeno tre condanne a morte.

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