Politica

Iran in piazza contro l’Italia «Siete un Paese di sionisti»

E l’agenzia di stampa di Teheran: «Edoardo Agnelli ucciso dalle lobby ebraiche perché convertito all’Islam»

Gian Micalessin

Adesso nel mirino ci sono gli italiani. O almeno tutti quelli italiani, politici e non, che domani mattina a Roma scenderanno in piazza davanti all’ambasciata iraniana per protestare contro l’impegno del presidente Mahmoud Ahmadinejad a «cancellare Israele dalla carta geografica».
L’offensiva contro i «sionisti italiani» viene inaugurata con un lungo pezzo diffuso da Fars, un’agenzia legata alle fazioni più integraliste iraniane che ha incominciato a trasmettere poco dopo la vittoria di Ahmadinejad alle presidenziali. L’agenzia dopo aver spiegato che la dimostrazione è stata voluta e organizzata dalle lobby ebraiche invita tutti gli iraniani a partecipare ad una contromanifestazione che si svolgerà alla stessa ora di domani sotto le finestre dell’ambasciata italiana a Teheran.
Sempre ieri la Fars ha rilanciato anche il comunicato con cui i Pasdaran, le Guardie della Rivoluzione islamica si schierano al fianco del presidente Ahmadinejad e attaccano nuovamente lo stato ebraico e ne annunciano l’imminente cancellazione dal mappamondo. Per i pretoriani della Repubblica Islamica, «tutti quelli che difendono i diritti dell'uomo, paesi ed organizzazioni, fanno parte dello stesso disegno colonialista che ha come obiettivo dominare i paesi islamici e i musulmani». Per i pasdaran i «l’intifada continuerà fino a quando Israele non sarà cancellato per sempre».
Fanno discutere, intanto, anche le parole di Ali Larijani un fedelissimo del Supremo Leader Alì Khamenei diventato il nuovo Segretario Generale del Consiglio Superiore di Sicurezza Nazionale. Larijani facendo riferimento alla prossima riunione del direttivo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica in cui si riesaminerà l’eventualità di deferire l’Iran al giudizio del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha rilasciato una dichiarazione che suona un po’ come avvertimento un po’ come minaccia. Il principale negoziatore iraniano, considerato la voce del Supremo leader, ha infatti detto di prevedere un aumento del prezzo del petrolio fino a 150 dollari al barile «se il direttivo dell’Aiea deciderà di deferire la Repubblica Islamica al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite». Intanto il Mashlis, parlamento iraniano controllato dalle forze conservatrici, ha già annunciato di esser pronto a limitare i poteri degli ispettori dell’Aiea in caso di deferimento all’Onu. Per farlo il parlamento dovrà limitarsi a votare un decreto con cui blocca l’applicazione dei protocolli al Trattato di Non Proliferazione nucleare. I protocolli determinanti per poter svolgere le ispezioni vennero a suo tempo accettati dal precedente governo senza mai essere ratificati dal Mashlis.
Per meglio spiegare la genesi di quello che viene definito alla stregua di un «complotto sionista» di matrice italiana, l’agenzia Fars ha ripreso e rimesso in circolazione una discussa storia su Edoardo Agnelli, il mercuriale primogenito dell’Avvocato uccisosi scavalcando il parapetto di un cavalcavia sull’autostrada Torino Savona il 15 novembre 2000. Affascinato dall’oriente e amante dei viaggi Edoardo Agnelli avrebbe, nella prima metà degli anni 80, raggiunto la città santa di Qom per far visita all’ayatollah Khomeini. Secondo una l’agenzia Fars, Edoardo uscì dall’incontro con Khomeini pronto per la conversione all’Islam. E sarebbe stata proprio la sua conversione a convincere l’Avvocato a diseredarlo. Negli ambienti integralisti diventati i custodi della vicenda, il suicidio di Edoardo Agnelli venne interpretato come la perpetrazione del complotto da parte di un gruppo ebraico deciso ad impedire la sopravvivenza di un erede musulmano. Ora l’agenzia Fars ha aggiunto un ultimo capitolo alla leggenda. Secondo il resoconto diffuso ieri, Edoardo venne ucciso per aprire la strada alla successione di Lapo Elkan, ovvero al ramo ebraico della famiglia.

La Fars non omette di far notare, ovviamente, come la vicenda dell’«ebreo» Lapo si concluda in un appartamento di Torino dove, come spiega l’agenzia, viene ritrovato in gravi condizioni dopo aver trascorso la notte in compagnia di tre uomini cinquantenni consumando diversi tipi di droga e indulgendo in pratiche sessuali contro natura.

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