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Iran, programma nucleare Israele è già in guerra...

Dal Mossad attentati e sabotaggi per annientare i piani di Teheran. E l’Italia pensa di chiudere l’ambasciata seguendo l'esempio inglese dopo l'assalto all'ambasciata

Iran, programma nucleare Israele è già in guerra...

La guerra c’è, ma non si vede. L’assalto all’ambasciata britannica a Teheran, l’evacuazione dei diplomatici inglesi, la chiusura delle sedi diplomatiche di Oslo e Londra a Teheran e l’intenzione del ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi di seguire le orme del Foreign Office, sono solo la punta dell’iceberg. I segnali più evidenti di una guerra sotterranea costellata da decine di morti. Per capirlo basta osservare le foto satellitari di Al Ghadir, la base missilistica dei pasdaran devastata il 12 novembre da una misteriosa esplosione costata la vita al generale Hassan Tehrani Moghaddam, padre del programma missilistico iraniano e a 17 suoi collaboratori. Ma la beffa di Al Ghadir - dopo la quale il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak auspicò «altre azioni come questa» - non è neppure l’ultima. Lunedì un altro misterioso sabotaggio colpisce un sito nucleare nei pressi di Isfahan. L’attacco, secondo fonti israeliane, danneggia i magazzini in cui dal 2004 sono immagazzinate le tonnellate di fluoruro di uranio da cui si ottiene - dopo il passaggio nelle centrifughe nucleari - l’uranio arricchito. Quell’affondo innesca probabilmente sia l’assalto all’ambasciata britannica, sia la tripletta di missili lanciati lunedì su Israele dal sud del Libano. Il fendente più devastante per complessità e precisione è però quello contro Al Ghadir, la base situata a 48 chilometri da Teheran e a 5 dalla cittadina di Bidganeh. L’attacco, secondo alcune ricostruzioni, scatta mentre il generale Moghaddam e i suoi esperti si trovano davanti al missile balistico Dejil 2 e su un megaschermo scorrono i progetti di una testata capace d’ospitare armi nucleari. In quel preciso istante i computer della base innescano l’esplosione del missile che polverizza generali e scienziati e viene udita a decine di chilometri di distanza. L’attentato sembrerebbe la sintesi del cosiddetto programma «decapitazione» per l’eliminazione degli scienziati nucleari avviato dall’ex capo del Mossad Meir Dagan e il programma di guerra cibernetica iniziato con Stuxnet, il virus usato nel 2009 per infettare i computer delle installazioni nucleari. Stavolta gli hacker di 8200, l’unità dell’intelligence militare israeliana responsabile della cyber war, avrebbero creato un virus capace d’innescare l’esplosione del missile.
Operazioni di questo tipo richiedono però un fattore umano. Le talpe sacrificabili più usate da Cia e Mossad sono i militanti dei Mujaheddin del Popolo, l’organizzazione terroristica anti ayatollah ospitata e armata a suo tempo da Saddam Hussein. Dalla caduta di Saddam 3400 «mujaheddin del popolo» vivono reclusi nel campo di Ashraf, 70 chilometri a nord di Baghdad. Da lì i volontari più promettenti vengono trasferiti nel nord Irak dove il Mossad addestra i curdi e gli altri iraniani da infiltrare sul territorio di Teheran. A queste talpe-killer vengono affidate le operazioni per l’eliminazione degli scienziati iraniani. Il colpo più duro per Teheran è l’assassinio del professor Majid Shahriar, vera mente del programma nucleare, dilaniato il 29 novembre 2010 a Teheran da una bomba adesiva appiccicata da un motociclista al finestrino della sua automobile. Il primo a morire era stato nel 2001 l’ingegnere Ali Mahmoudi Mimand, responsabile al tempo del programma missilistico. Nel febbraio 2007 una fuga di gas radioattivo, conseguenza di un sabotaggio, aveva spedito all’altro mondo il professor Ardenshir Hassenpour. Un’altra bomba aveva dilaniato nel gennaio 2010 lo scienziato Massoud Alì Mohammadi e nel giugno di quest’anno un altro commando eliminava uno studente addentro ai programmi nucleari.
Il programma «decapitazione» non ha risparmiato, probabilmente, neppure gli scienziati russi autori del progetto per l’avvio della centrale nucleare di Busher. In tre sono scomparsi lo scorso giugno in un incidente aereo.

E tra i disastri sospetti rientra anche quello dell’agosto 2008 quando un aereo in volo dalla Kirghisia a Teheran si schiantò al suolo causando la morte di 44 ingegneri e scienziati iraniani.

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