Teheran - Un uomo ha strangolato la figlia di 14 anni in Iran perché la sospettava di avere una relazione. Ma pur essendo stato arrestato dalla polizia, l’assassino rischia al massimo qualche anno di reclusione, perchè un padre, in base alla legge islamica, è considerato il "proprietario" della vita dei figli. Il fatto, scrive il quotidiano Qods, è avvenuto a Shiraz, nel sud del Paese.
La tragica "esecuzione" La ragazza, che si chiamava Mariam, era sospettata dal padre di avere una relazione con un uomo. Un dubbio che nella mente del genitore è diventato certezza quando, una sera, la figlia ha mostrato segni di nausea. Convinto che fosse incinta, l’uomo si è introdotto durante la notte nella camera della ragazza e l’ha strangolata nel sonno. A trovare il corpo senza vita di Mariam è stata il mattino dopo la madre, che ha chiamato la polizia. L’assassino ha confessato, dicendo di aver voluto "salvare l’onore della famiglia". L’autopsia, tra l’altro, ha permesso di accertare che Mariam non era incinta.
L'arresto del padre Ora l’uomo è in prigione in attesa del processo, ma il giornale sottolinea che non potrà essere condannato a morte, sorte che in Iran tocca agli omicidi,
anche minorenni. In base all’articolo 220 del codice penale islamico, il padre o il nonno paterno sono considerati "proprietari" delle vite di figli e nipoti. Il massimo che rischiano è di passare pochi anni in carcere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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