Bagdad - Un attentatore suicida a bordo di un'auto imbottita di esplosivo ha ucciso ieri nove militari Usa in una base a Nord di Bagdad, nel più sanguinoso attacco contro truppe americane di terra da più di un anno. (Bush prennuncia il veto alla legge voluta dai Democratici che prevede il ritiro delle truppe Usa dall'Iraq). In un comunicato di stamattina, l'autorità militare ha detto che nell'attentato contro una base nella provincia di Diyala sono rimasti feriti altrui 20 soldati Usa e un civile iracheno. L'attentato porta a 85 il numero di soldati americani uccisi in Iraq nel corso del mese, facendo di aprile il mese più sanguinoso dal dicembre scorso, quando caddero 112 soldati. Il comunicato dice che 15 dei soldati americani feriti potranno tornare in servizio dopo le cure mediche. Se i ribelli attaccano frequentemente le basi Usa con mortai e fuoco di armi leggere, sono invece rari attacchi frontali come questo.
La risposta Uomini armati che indossavano uniformi dell'esercito iracheno hanno attaccato oggi un quartiere a Baquba, a nord di Bagdad, uccidendo sei persone, ferendone 15 e incendiando diverse case. Il raid sembra la risposta all'attentato di ieri contro i militari Usa. Sempre ieri a Baquba, una roccaforte dell'insurrezione sunnita, un kamikaze a bordo di un'autobomba si è fatto esplodere a un raduno di responsabili della polizia, uccidendo 10 poliziotti, tra cui il capo della polizia della città. Baquba, 65 km a nord di Baghdad, è il capoluogo della provincia di Diyala, una regione con una popolazione mista di sunniti e sciiti, e dove fin dal 2003 le forze americane sono state impegnate in aspri combattimenti con guerriglieri radicati nella zona e militanti di Al Qaida. A marzo il comando Usa ha inviato nella regione soldati di rinforzo.
Strage con un camion-bomba Un attentato con un camion-bomba ha causato oggi almeno 25 morti a Ramadi, un centinaio di chilometri a ovest di Bagdad. Lo ha reso noto la polizia irachena. Nella stessa città, capoluogo della provincia sunnita di Al Anbar, due autobomba avevano fatto ieri almeno 12 vittime.
I problemi di Bush Da febbraio sono stati messi in campo a Baghdad decine di migliaia di soldati americani e iracheni per dare un giro di vita alla sicurezza ed evitare che l'Iraq scivoli in una guerra civile. Questo ha spinto i ribelli a concentrare maggiormente i loro attacchi nelle province attorno alla capitale. Il presidente Usa George W.
Bush è oggetto di una crescente pressione da parte dei democratici per fissare uno scadenziario per il ritiro dei circa 150mila soldati americani in Iraq. Dall'invasione che portò a rovesciare Saddam Hussein nel 2003 sono stati uccisi più di 3.300 soldati americani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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