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Irene Papas ora è «il diavolo del focolare»

Serena Coppetti

La sua casa è vestita d’oro. Arazzi alle pareti, un letto turco al centro. Una Madonna protegge il «focolare» pieno di luce. E lei a piedi nudi volteggia sui drappi dorati, personaggio principale di questa semplicemente lussuosa scenografia a spiegare una, dieci, troppe volte il significato della sua casa bizantina. Eccola Irene Papas dentro questa strana casa allestita in occasione del Salone del Mobile alla Triennale.
Irene Papas è una delle trentacinque protagoniste che hanno immaginato il «Diavolo del focolare». Cioè, la donna. Un tempo angelo. Ora provocatoriamente trasfigurata nella mostra che si muove a margine del Salone del Mobile. D’altronde casa uguale donna. E donna uguale a cosa, oggi? Lo raccontano queste artiste. Come Irene Papas, appunto. O come Patty Smith, la sacerdotessa della new wave che nella sua «stanza» minimalista ha coperto un tavolo e una poltrona con un lenzuolo che da lontano sembra bianchissimo e invece se ti avvicini scopri che una serie infinita di fittissime parole e ha attaccato il quadro con un uovo alla parete. E come racconteranno nelle prossime serate Maria Cassi, la straripante Luciana Littizzetto e la stessa Irene Papas.
«La donna fino a trenta anni fa viveva in una casa come in una prigione - racconta Luigi Settembrini, il curatore della mostra -. Era prigioniera del territorio domestico, luogo angusto dove faceva la mamma, la moglie, la cuoca, la stiratrice. L’800 borghese quasi a compensazione le dà quell’immagine, di angelo del focolare. Oggi il rapporto è cambiato. L’angelo è volato via». Così «definitivamente deposte quelle ali impolverate» come definire il contrario «di un angelo depresso»? «Abbiamo ovviamente pensato - prosegue Settembrini - a un diavolo, vivo, vivido, acuto: anche perché un tempo i diavoli erano angeli e dunque la famiglia resta la stessa». Ecco che il focolare diventa fiamma attorno alla quale da oggi si confronteranno artiste, musiciste, attrici. Perché «è impossibile non nutrire il sospetto che agli uomini fa comodo riconoscere alla donna una parità, un potere solo perché sono ancora lungi dall’essere compiuti», chiosa Settembrini. È così?
Nella sua mise diabolicamente rossa la Papas graffia con gli occhi mentre dice che «il diavolo sono loro, gli uomini che mandano il mondo all’indietro, che non hanno fatto altro che produrre guerre e lacrime. Mentre le donne prendono la vita e la continuano». Donna e vita sta anche nell’uovo di Patty Smith, in una stanza che racconta la «Primavera della vita» con un contenitore al centro dove ci sono poesie e racconti e musica.

«Dove ognuno può aggiungere qualcosa - spiega Patty Smith - come in un fonte battesimale che riceve e poi restituisce».

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