da Milano
La copertina è liberty, ma un liberty avveniristico, filtrato dal computer. Lei canta con voce bellissima, calda, antica e tuttavia resa moderna da impennate «nere» e asprezze rock. Attuale e insieme senza tempo come ha imparato dal padre Adelmo, noto nel mondo come Zucchero, coautore di questo bellalbum, Vertigini in fiore, che segna il debutto discografico di Irene Fornaciari.
Ventiquattranni, figlia darte con un senso deciso dellautonomia - «io ci metto la freschezza dei giovani, papà aggiunge la sua esperienza: del resto, non capita a tutti davere Zucchero in casa, potrei mai privarmi del suo consiglio?» -, Irene vive col fidanzato in una casa sulle alture di Genova. Ha fatto la sorella di Mosè in un musical sui Dieci comandamenti, ha duettato col padre alla Royal Albert Hall di Londra e su disco, ha tradotto canzoni di Bryan Adams per un cartone animato, e al pari di Sanguineti, Alda Merini, Levi Montalcini ha avuto un brano, Un sole dentro, escluso da Sanremo, «si vede che non ero allaltezza». Ora eccola, in un locale milanese, presentare il suo disco desordio, scritto da un comitato dautori che oltre a padre e figlia include tra gli altri Luciano Luisi, Niccolò Agliardi, Gabriele Cancogni, Luciano Oriundo, Carlo Ori, Roberto Zanetti. È presente papà, trepidante dorgoglio e tenerezza, che le fa da emozionante supporter - «Poi, durante il mio prossimo tour, lei farà da supporter a me» - cantando tre canzoni col solo ausilio dun chitarrista. E lassenza della band ne evidenzia ancor più la splendida voce, facendo emergere i bei versi di Paoli in Come il sole allimprovviso, seguita da Hey man, pagina antirazzista e dunque attualissima.
Poi sale sul palco Irene con la sua band, e il locale gremito lacclama da subito. «Lo spazio sadatta poco al rock, dunque vi proporrò ballate e mezzi tempi», spiega lei. I suoi modelli? «Nessuno, però amo Janis Joplin, Tina Turner, Aretha Franklin. Il soul, insomma. E, tra gli italiani, Giorgia e Mia Martini. Ma cè un giovane, Antonino, che canta da dio: perché parlare solo dei mostri sacri?».
Dunque eccola al microfono, alta, snella, ironica, pepe in gola per offrirci assaggi del disco che parte da Its a wonderful, cori gospel, organo Hammond e voce che simpenna fremente e squillante. Con una voglia giovane di vita spericolata, «è meglio vivere giorni divi/ è meglio vivere che non farsi vivi». Poi cè Aspetta e spera, laica, ironica, «se ti fa star bene non è un tabù / è un bel peccato / che io farei». E una tenera Io non abito più qua, da un brano di Bryan Adams, e Mastichi aria, ammiccante di basso e suoni elettronici, coautore Piero Cassano. Quindi Un giro in giro, melodiosa con brio, Voli, da un brano di Lori Carson e Una carezza, pagina intensa di Zucchero dedicata alla madre, nonna Rina.
Irene: voglia di vita spericolata col permesso di papà Zucchero
La figlia del bluesman ha presentato il cd «Vertigini in fiore» tra rock e soul
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