Belfast - Choc nella cattolica Irlanda per le rivelazioni fatte ieri da Gerry Adams, leader del partito nazionalista nordirlandese Sinn Feín, braccio politico dei terroristi dell’Irish Republican Army (Ira). Adams ha dichiarato in un’intervista alla Radio Telefis Eireann che suo padre, Gerry Adams senior, ha abusato fisicamente, sessualmente e psicologicamente di diversi membri della sua famiglia, inclusi i figli dello stesso leader politico.
Gerry Adams, che ha condotto i nazionalisti repubblicani dell’Irlanda del Nord a un accordo di pace sponsorizzato da Londra con gli unionisti dopo trent’anni di spargimenti di sangue, ha oggi 61 anni. Suo padre è morto nel 2003 all’età di 77 anni dopo una lunga malattia: aveva sempre negato queste accuse infamanti e morì in solitudine. Nell’intervista Adams ha spiegato di essere venuto a conoscenza degli abusi del padre solo nel 1998, ma di aver tenuto nascosta la notizia per proteggere la famiglia «fino a quando non fosse stata sufficientemente forte». Secondo il racconto fatto, il leader del Sinn Feín da piccolo non avrebbe subìto personalmente le attenzioni morbose del padre. Ma è certamente sconvolgente che i suoi stessi figli ne fossero caduti vittime.
Gerry Adams ha ammesso che la scoperta di questi fatti ha avuto «effetti devastanti» sulla sua famiglia. Con i fratelli ha discusso a lungo se fosse necessario rendere pubblico ciò che era successo nella sua casa e la decisione di farlo è stata dettata dalla «speranza che, con il tempo, le vittime possano affrontare ciò che è successo e riescano a venirne fuori».
Le rivelazioni di Gerry Adams seguono di pochi giorni la notizia che suo fratello Liam è ricercato dalla polizia per aver a sua volta abusato per parecchi anni della figlia, Aine Tyrell. Nella stessa intervista radiofonica, Gerry Adams ha quindi anche rivolto un appello al fratello affinché si consegni alle autorità che lo ricercano per questo reato.
Solo quattro giorni fa l’Irlanda era stata scossa dalle conseguenze di un altro gravissimo scandalo di pedofilia. Il vescovo cattolico Donald Brendan Murray aveva dato le dimissioni dopo che papa Benedetto XVI aveva tenuto un vertice urgente per stigmatizzare duramente i fatti vergognosi messi in luce da due rapporti governativi. Il vescovo Murray era responsabile di aver coperto con la sua autorità alcuni sacerdoti che nel corso degli anni avevano abusato sessualmente di diversi bambini. La commissione Murphy, in particolare, aveva evidenziato su incarico del governo di Dublino, dopo anni di reticenze e di omertà, una situazione particolarmente scandalosa: il caso di 46 preti accusati di avere abusato di minori tra il 1975 e il 2004.
Ne emergevano le gravi responsabilità della gerarchia ecclesiastica, rea di avere coperto i pedofili, spostandoli di parrocchia in parrocchia per tutelare il buon nome della Chiesa e probabilmente il suo patrimonio. Ma già nel maggio scorso la commissione Ryan aveva scoperchiato un altro verminaio, raccontando le sevizie e i maltrattamenti cui erano sottoposti i bambini negli istituti gestiti da ordini religiosi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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