Le ironiche denunce di due tedeschi

«Mangiatori di patate» è il titolo della mostra degli artisti Holger Meier e Julia von Troschke

Le ironiche denunce di due tedeschi

Francesca Di Biagio

In comune hanno l’origine tedesca e la rappresentanza, ciascuno a modo proprio, di uno spaccato di arte contemporanea europea che interpreta e rielabora i fenomeni sociali attraverso la sperimentazione stilistica. Holger Meier e Julia von Troschke, sono i protagonisti della mostra intitolata, non a caso, «Mangiatori di patate», alla Galleria Bianca Maria Rizzi, in via Molino delle Armi 3.
In arte Kinki Texas, nome che deriva dalla sua passione per il genere country, Holger Meier, 36 anni, nato e cresciuto a Brema, dove tuttora vive e lavora, trae ispirazione dal cinema, dalla televisione, e talvolta dalla storia antica, per i suoi disegni, molto simili ai fumetti. Amante della musica rock, del punk, dei film western, Meier esprime attraverso il tratto e il colore una provocazione contro l’ipocrisia della società moderna, una denuncia ironica, risentita e divertita, al tempo stesso, contro i mali dei nostri giorni. Le sue opere su carta non passano di certo inosservate: colpiscono, stupiscono ed emozionano, come il suono fragoroso di una musica. Stimolano l’immaginazione, la fantasia e la voglia di interpretare qualcosa spesso privo di significato. Fanno viaggiare attraverso le vicende di ogni secolo, dalle guerre attuali alle gesta dei Romani contro i Galli.
Julia von Troschke, 34 anni, nata a Ulm e trasferitasi a Milano, pone la comunicazione interpersonale al centro di ogni suo quadro. La difficoltà dei rapporti tra uomini, la violenza e l’aggressività sono tematiche che legano tra loro «Occhio per occhio, dente per dente» e «Giusto o sbagliato»: «quadri che confutano – come sostiene la stessa artista – la teoria illuminista secondo la quale l’educazione e l’insegnamento delle regole servono a migliorare l’uomo e a renderlo buono e saggio». «Non sempre la conoscenza e l’istruzione portano al progresso», una considerazione che si materializza nell’immagine di un cavaliere che si scaglia contro un dragone che è già stato ucciso. «Il cavaliere rappresenta ogni giovane di oggi, che dopo anni di studio – spiega von Troschke – non riesce a trovare un lavoro e a esercitare il mestiere che vorrebbe. Un discorso che vale in maniera particolare per gli artisti».

Le opere di Julia von Troschke, in gran parte dalle tinte bianche e color ocra, sperimentano e fondono materiali differenti: dal legno, al tessuto, al filo per cucire, alla carta e al tessuto.
«Mangiatori di Patate» è visitabile il martedì, giovedì e venerdì dalle 15 alle 19.30, il mercoledì dalle 13 alle 19.30 e il sabato dalle 11 alle 19.30.

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