Irrefrenabili «romeni de Roma»: in un anno più 31 per cento di arrivi

Cresce a Roma e in provincia la presenza degli stranieri residenti. In testa, la comunità romena, con 42 mila presenze registrate all’anagrafe, seguita da quella filippina (30mila presenze regolari), e polacca, con 13.500 unità. Nella graduatoria delle cittadinanze più numerose, Il Perù, il Bangladesh e l’Egitto si attestano rispettivamente al quarto, quinto e sesto posto.
E’ quanto emerge dal V rapporto sulle migrazioni, promosso dalla Caritas diocesana di Roma, in collaborazione con la Provincia e la Camera di Commercio, e presentato ieri all’auditorium di via Rieti. La popolazione con cittadinanza straniera residente nel comune di Roma ha raggiunto, al 1° gennaio 2008, le 269.649 unità, 19mila in più dell’anno passato, con un aumento del 7,6 per cento. Il dato evidenzia come la capitale continui ad essere un polo di attrazione per la gran parte dei cittadini stranieri che viene nel Lazio. Anche se l’incremento complessivo è stato piuttosto ridotto rispetto alla media nazionale (+16,8 per cento), negli ultimi 10 anni gli stranieri residenti nella capitale sono quasi raddoppiati. In rapporto alla popolazione straniera complessivamente residente nella capitale, i cittadini del continente europeo rappresentano, con 113.580 iscritti all’anagrafe, quasi la metà (42,1 per cento) dei residenti.
Come si diceva, la comunità romena a Roma registra la più alta percentuale di crescita. A gennaio 2008 si contano 41.997 unità, con un incremento del 31,5 per cento rispetto al 2007. Rispetto a gennaio 2007, alcune cittadinanze mostrano degli sviluppi più forti di altre: gli stranieri provenienti dallo Sri Lanka passano da 6 mila a oltre 7 mila unità, con un incremento pari al 13 per cento, mentre i polacchi passano da 12.680 a 13.500 unità e gli albanesi da 5.200 a 5.500 unità, registrando rispettivamente una crescita del 6 per cento e del 5,9 per cento. Tre municipi, il I, il XX e l’VIII, accolgono oltre un quarto degli stranieri residenti a Roma. La notevole presenza si spiega con una maggiore offerta di lavoro (collaborazioni domestiche e cura alle persone) e con maggiori opportunità abitative offerte dalla periferia. Anche la provincia di Roma si conferma uno dei principali poli di attrazione dell’immigrazione straniera. Vi risiedono infatti 321.887 cittadini stranieri, 43.347 in più dell’anno passato, con un incremento del 15,6 per cento, di poco inferiore a quello medio rilevato in Italia. Considerato che l’incremento per il comune di Roma è stato molto più basso (+9,5 per cento), la crescita ha coinvolto soprattutto i comuni della Provincia. Con questi numeri, la Provincia catalizza l’82,3 per cento del totale regionale di unità straniere (390.993) e il 9,4 per cento di quello nazionale. Il primo comune per numero di residenti stranieri, dopo Roma, è Guidonia, dove i 6.244 immigrati incidono sul totale della popolazione per l’8 per cento.
Un alto peso statistico sulla popolazione complessiva si registra anche nei comuni di Fiumicino (9,1 per cento), Fonte Nuova (12,5 per cento) e Ladispoli (14,9 per cento). Roma registra la percentuale più alta di nati in Italia tra i minori stranieri: Ogni 100 minori quasi 77 sono nati nel nostro Paese, mentre di poco inferiore risulta essere la media della provincia (70,5 per cento). Sono in totale 45.

524 (di cui più di 33mila risiedono a Roma), e rientrano a pieno titolo nella seconda generazione dell’immigrazione, nonostante dal punto di vista giuridico continuino ad essere stranieri, come i loro genitori. I lavoratori stranieri incidono per l’8,7 per cento sull’occupazione, con un tasso di attività pari al 75 per cento.

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