Irregolari depressi, conto salato in Veneto

Boom di interventi per assistenza psichiatrica. La Regione spende 1,5 milioni all’anno per curare gli extracomunitari

da Venezia

C’è il depresso, il paranoide, il tossicomane, l’alcolista, il nevrotico. Tutti con disturbi più o meno gravi della personalità ma tutti consapevoli dei propri diritti: anche i clandestini, qui in Italia, devono essere visitati e curati. Tutti a carico del sistema sanitario nazionale. Gli immigrati lo sanno bene. Non occorre un permesso di soggiorno, un lavoro, una carta d’identità davanti a un camice bianco. Basta suonare al campanello di un qualsiasi medico di base, di un pronto soccorso, di una delle Usl; o a quello di qualche fondazione o ente benefico tipo Caritas. La strada che porta al dottore è rapida e sgombra e la salute non si nega a nessuno. Costa, ma va garantita a tutti. La nuova ondata di sbarchi tuttavia porta con sé l’assillo di una nuova emergenza. La richiesta di aiuto per patologie mentali da parte di stranieri cresce a vista d’occhio.
Un’inchiesta del quotidiano del Nord Est il Gazzettino scatta un’inquietante fotografia: è già boom di immigrati psicologicamente disturbati. A Padova hanno fatto un censimento. L’11 per cento di coloro che si sono rivolti al pronto soccorso sono stranieri poi ricoverati per problemi psichiatrici. In totale, 191 persone. Arriva un po’ di tutto: dal disadattato al depresso cronico. C’è chi ha solo l’incubo di essere riconosciuto e rispedito in patria e chi, rifugiato, è scappato dall’orrore dei genocidi di massa ruandesi o nigeriani. Gli addetti ai lavori cominciano ad alzare bandiera bianca e a denunciare di essere impreparati ad affrontare come si dovrebbe il problema. In tutto il Veneto è allarme rosso. La metà di coloro che si presentano dai medici si fanno curare ma poi scompaiono nel nulla. Le terapie dovrebbero essere lunghe e continue per essere efficaci ma questi pazienti, il più delle volte, si dileguano. Nella regione guidata da Giancarlo Galan i ricoveri per problemi mentali sono stati oltre 700, ma tra questi, maghrebini, asiatici e indiani magari restano in ospedale solo per pochi giorni. La dottoressa Carla Cremonese, del «Terzo servizio Psichiatria» di Padova, spiega che «solo il 2 per cento degli immigrati che vengono ricoverati poi si rivolge ai servizi territoriali per continuare la cura».
Ma quanto costa assistere gli extracomunitari con problemi psichiatrici? Un ricovero, qualche migliaio di euro, farmaci esclusi. E in Veneto, la sola assistenza di base per gli immigrati costa 1 milione e mezzo di euro l’anno. Cui vanno aggiunte le medicine e i possibili interventi chirurgici. Nella sola Padova gli stranieri regolari sono 40mila. Quasi 250mila in tutto il Veneto. Tutti hanno diritto all’assistenza sanitaria e quindi al medico di base (costo 61 euro e 30 centesimi l’anno).
Per il sistema nazionale nel suo complesso il fardello dell’immigrazione pesa e peserà sempre più.

Nel 2005 gli stranieri residenti hanno raggiunto il numero di 2,4 milioni e rappresentano il 4,1 per cento della popolazione. Inoltre aumentano anche le nascite da genitori stranieri: dall’1,7 per cento del totale delle nascite nel 1995 all’8,7 per cento nel 2005. Cifre destinate ad aumentare se si considerano i ricongiungimenti familiari.

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