A Cuba nei primi anni Novanta, perso lappoggio dellUnione Sovietica, imperversano fame, malattie, sporcizia e conseguenti forme di degrado nei rapporti umani: invidia, tradimento, meschinità. Il 1993 è forse il momento più basso degli effetti di una rivoluzione socialista che ha perso anche il tanto decantato «volto umano». Il regime espone la faccia più feroce, colpendo ampi strati di popolazione, compreso chi cerca di arrangiarsi per sopravvivere, magari agganciando i turisti stranieri come possibile via duscita dal Paese.
«In alto cera lui, lOnnipotente del nostro universo insulare», racconta Erick De Armas, medico di 42 anni, profugo, oggi residente a Barcellona. È lautore di un romanzo denso di comica disperazione, Elena è rimasta... y papà también (Epoché, pagg. 388, euro 17, traduzione di Monica Martignoni). Un racconto crudo, ma ironico e dissacrante. Dimostra ciò che la nazione cubana, fuori dalle caste di potere, nel suo complesso non ha mai perduto: il senso dellumorismo, uno straordinario anticorpo alla depressione. Una barzelletta degli anni bui recitava: «Un uomo, ubriaco, in piena notte e in mezzo alla strada, urla: Fidel figlio di puttana!. La polizia lo arresta immediatamente. Perché ce lavete con me? ribatte lui, sto parlando di miei conoscenti, di Fidel Pérez, Fidel Rodríguez, Fidel Espinosa, eccetera. Sì, fanno quelli, ammanettandolo: Ma di Fidel figlio di puttana ce nè uno solo». A questo si è ridotto il «trionfo della Rivoluzione».
Protagonista carismatico di quella rivoluzione è Ernesto «Che» Guevara, scomparso il 9 ottobre di quarantanni fa. Tra le sue biografie, perlopiù agiografiche, si distingue Evocación. La mia vita a fianco del Che, appena ripubblicata da Bompiani (pagg. 224, euro 16,50, traduzione di Daniela Carpani), scritta dalla moglie Aleida March, che da lui ebbe quattro figli, Aleidita, Camilo, Celia, Ernesto. Evocación, come suggerisce il titolo, è il richiamo di uno spirito, leggendario finché si vuole, ma trasfigurato e adattato alle esigenze propagandistiche dellattuale regime, in carica, ricordiamolo, da quasi mezzo secolo.
Quasi a far da contraltare a questa evocazione, cè appunto la rimozione che Erick De Armas compie nel suo romanzo, dove il Che è nominato tre sole volte: una perché la sua effigie appare sulla moneta da tre pesos, unaltra perché è nel verso di una canzone di propaganda («Pionieri del comunismo! Seguiremo lesempio del Che!») e la terza, lunica dove è chiamato anche per cognome, che testualmente afferma: «Enriquito era così scoraggiato e stanco che non aveva più lenergia di cercare una zattera. Dopo tutto quel che aveva sopportato in Angola, dove era stato mobilitato per due anni sul fronte in piena giungla, era disgustato dai compiti, dagli obiettivi e dagli ordini e gli veniva la nausea solo a vedere una foto del pazzo e perfino quella di Che Guevara».
Il racconto di Erick è infatti la cronaca di un piano di fuga. La vita di questo giovane medico, per giunta gay, in un Paese dove gli omosessuali erano sbattuti in galera, non presentava, quindici anni fa, alcuna prospettiva benevola. Anche Elena, altra protagonista della vicenda, è letteralmente in un mare di cacca. La casa che ha ottenuto in permuta sorge sul bordo di una fogna. Piena di merda è anche la spiaggia dove i due vanno a elaborare i loro velleitari progetti. Negli anni Novanta, e ancora adesso, lasciare Cuba era il sogno di molti. Per farlo, cerano due modi: ottenere una lettera dinvito da parte di un cittadino di un Paese straniero ricco, oppure tentare la via del mare, i 140 chilometri di Oceano Atlantico, fino alle coste della Florida, con imbarcazioni di fortuna, a volte vere e proprie zattere fabbricate con camere daria e detriti. La seconda ipotesi, per quanto spesso fatale, appariva la più rapida.
Si ottiene dunque uno strano e paradossale effetto nellaccostare questi due libri: uno ci promette di «penetrare nellintimo di un cuore autenticamente ribelle e di conoscere particolari inediti dellesistenza privata e pubblica del Comandante, di Fidel e del loro mondo. La storia di un mito e di un amore assoluto». Laltro mette il lettore di fronte alle conseguenze disastrose di una gestione pubblica le cui parole chiave sono «Gloria Eterna», «Fidel», «Rivoluzione», «Tirannia» e «Abbasso». Variamente interpretabili, liberamente componibili.
Erick De Armas sta attualmente lavorando a un breve ritratto del Che.
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