Ricordo di Marcella Pobbe, artista squisita, intelligente, eclettica nel passare dalle cosiddette «arie antiche» (il Sei-Settecento di Carissimi, Pergolesi e Paisiello) a Verdi, Puccini e Mascagni. Mascagni, appunto. Di cui questo cd «Cetra» fa rivivere unopera rara, Isabeau, in un felice allestimento sanremese del gennaio 1962 quando a dirigere fu chiamato nientemeno che Tullio Serafin e la Pobbe, donna di grande avvenenza, fece scandalo presentandosi in unopera che, attraverso la protagonista, è l«elogio dellinnocenza», in una calzamaglia color carne. I cantanti - trattasi di una selezione - sono quelli generosi (eleganti, no: ma solidi) del tempo a partire dal tenore Pier Miranda Ferraro che è Re Raimondo. Basta il primo arioso, molto melodico, «Questo mio bianco manto» per ritrovare la dizione chiarissima, la voce morbida e bella, dellartista scomparsa e Serafin fa lavorare al meglio la non eccezionale Orchestra sinfonica di Sanremo.
Foto depoca rievocano lallestimento. A completare il cd, come si diceva, brani sei-settecenteschi (Roma, 1959) dove la Pobbe e Giorgio Favaretto al pianoforte fanno a gara a chi ha più gusto.Isabeau di Pietro Mascagni (Warner Fonit)
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