«Una donna deve fare il doppio del lavoro di un uomo per ottenere la metà. Nel mondo le donne realizzano i due terzi del lavoro e hanno a disposizione meno delluno per cento delle risorse». Non si smentisce Isabel Allende, scrittrice paladina delle donne, eroine dei suoi romanzi, cui è affidato il compito di aprire questa sera la sesta edizione di «Letterature - Festival Internazionale di Roma», alla Basilica di Massenzio.
La scrittrice cilena aprirà il Festival leggendo in italiano un racconto inedito ispirato al tema di questa edizione, Cross/over - vicino, lontano: «Una storia damore un po magica che si svolge nel Guggenheim di Bilbao» così la sintetizza lautrice de La casa degli spiriti, considerata una delle esponenti principali della narrativa latinoamericana. La Allende nel corso di un incontro con la stampa ieri si è sottoposta a una lunga serie di domande riguardo i suoi romanzi («Sto scrivendo un libro di memorie in cui racconto gli ultimi dieci anni della mia vita»), la politica («Ha determinato la vita dei cileni, non solo la mia. Ma se non ci fosse stato il golpe non sarei la scrittrice che sono»), le donne («In Cile abbiamo una presidente donna, Michelle Bachelet, che al momento dellinsediamento ha nominato alle cariche pubbliche il 50% di donne») e la sua vita da emigrante («Sono uneterna straniera, ma le mie radici sono in Cile»).
Isabel Allende, nata in Cile, ma esiliata in Venezuela dopo il golpe di Pinochet, prima di diventare scrittrice è stata giornalista: «Il giornalismo mi ha permesso di tener presente soprattutto il lettore.
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