Isabelle, la prima velista da sola attorno al mondo

La Autissier circumnavigò il globo nel 1991. Fu salvata nel ’99 da Soldini in pieno oceano Pacifico. Da allora non regata più

Paolo Marchi

Ci sono campioni dalle mille imprese e ve ne sono altri che legano il proprio nome a un episodio o due, rimanendovi segnati per sempre. Isabelle Autissier, francese di Parigi, appartiene alla seconda categoria. È stata la prima donna a circumnavigare il globo in solitaria e in regata, settima assoluta nel ’91. Ma Isabelle è anche la miracolata dell’oceano, salvata da Giovanni Soldini nel giro del mondo ’99 quando, leader della corsa, naufragò in pieno Pacifico.
La Autissier, febbraio 1999, aveva 42 anni e oggi ne festeggia 50, sempre che una donna festeggi per davvero la sua età. La Autissier agonista «morì» invece in quelle acque gelide, ghiaccio liquido tra i Quaranta Ruggenti e i Cinquanta Urlanti, tra onde alte come case e venti da non reggerti in piedi, che se riesci a domare e cavalcare ti portano alla gloria, ma che possono disarcionarti in ogni istante e se poi ne esci vivo, difficilmente è la vita che vivevi prima.
Isabelle è nata a Parigi, nel 12° arrondissement, quello della Bastiglia e della Gare de Lyon con il suo meraviglioso bistrot, ma non ha mai avuto le forme e la civetteria della parigina tutta pepe per la quale noi italiani sbaviamo. Una tosta, tanti fatti e poche smancerie. Scoprì il mare a sei anni in Bretagna e a ventidue si diplomava in biologia marina con un master sull’aragosta e i grossi crostacei. Il tutto tra Rennes e La Rochelle, dove l’Atlantico eserciterà su di lei un richiamo sempre più forte. La prima regata seria nell’87, terza nella Mini-Tranasat, la transatlantica con micro-barche. Nell’89 è 12ª nella solitaria del Figaro, che si corre sostanzialmente a ridosso delle coste francesi. Non è un grande piazzamento, ma quella prova si rivelò una sorta di trampolino verso traguardi più alti e lontani, oltre le ideali colonne d’Ercole che ognuno di noi sa di avere dentro di sé. Al cambio di decennio molla l’insegnamento e nel ’91 è al via del Boc Challenge, il giro per solitari a tappe, tre scali in tutto come tre sono gli oceani da ammansire (per inciso, ora si chiama Five Oceans Race e scatterà domenica prossima da Bilbao, nei Paesi Baschi). Brilla nella prima frazione, rompe l’albero nella seconda, si riscatta nella terza e chiude settima assoluta. Soprattutto gira il mondo in 139 giorni e 4 ore come nessuna donna mai prima di lei.
L’impresa la fa diventare un personaggio, gli sponsor la corteggiano e le gonfiano le vele. Il 23 aprile ’94 polverizzerà il record lungo la rotta tra New York e San Francisco, via capo Horn, 62 giorni appena, due settimane in meno rispetto al vecchio limite.

Nel ’99 cerca la vittoria assoluta nel Giro e troverà invece un angelo protettore che la ripescherà. La velista chiuse allora. La donna oggi conduce una trasmissione radio su France Inter e ha una barca a Ushuaia vicino l’Horn da dove parte per tour verso il Polo Sud. Mai più in regata però.

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