Manila Alfano
Il più grande festival di satira spagnola, il Fallas di Valencia. decide di autocensurarsi. Era già tutto pronto da mesi: oltre ai classici bersagli da prendere di mira come la Chiesa cattolica e la dittatura di Francisco Franco, questanno qualche artista aveva scelto di ispirarsi al mondo islamico. Qualcuno aveva deciso di rappresentare immigrati arabi che tentavano di oltrepassare il muro di recinzione delle enclavi spagnole in Marocco di Ceuta e Melilla, teatro nei mesi scorsi di violenti attacchi e repressioni; altri invece avevano inserito dei riferimenti all'islam nelle loro imponenti creazioni di cartapesta.
Ma tutto è cambiato dopo le recenti proteste per le vignette pubblicate su diversi giornali europei. Il primo invito alla cautela è partito dal sindaco di Valencia, Rita Barberà, che lo scorso mese ha esortato gli artisti a «moderare la libertà di espressione con il senso di responsabilità». Poi, dopo le dure contestazioni per le caricature sul profeta Maometto, gli artisti stessi hanno deciso di privarsi di qualunque cenno che potesse riaccendere la violenza nel mondo musulmano. Così Valencia ha avuto paura di ridere. Più di un artista ha ammesso di esser stato costretto a rimuovere elementi dalla sua creazione per non suscitare polemiche. «Abbiamo visto cosa è successo in Danimarca - ha dichiarato uno di loro che ha voluto mantenere lanonimato -. Quegli artisti hanno avuto la libertà di disegnare Maometto, ma ora vivono come prigionieri virtuali». I vignettisti spagnoli decidono così di eliminare qualsiasi riferimento alla cultura o religione islamica. «C'è meno libertà di prima - ha aggiunto - ma mi sono sentito responsabile non tanto come artista, ma come cittadino».
Molte sono state le critiche nei confronti di questi artisti timorosi che si difendono rispondendo che la libertà d'espressione deve evitare l'insulto e l'offesa gratuita. Un blog spagnolo lancia una provocazione e chiede: «Che l'Occidente si stia preparando a una seconda Inquisizione?». Di fatto gli elementi arabi sono sempre stati presenti nella tradizione del festival senza che nessuno abbia mai parlato di offesa. Proprio nella città si celebra la festa dei mori, con ricostruzioni delle battaglie tra cristiani e arabi che portarono questultimi a ritirarsi dai territori in quella che passò alla storia come la «reconquista».
Ma sembra che quest'anno gli spettatori del festival dovranno accontentarsi delle solite maschere: in prima fila il premier José Luis Zapatero con il presidente americano George Bush, seguiti dal principe Carlo che danza con la sua Camilla.
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