Islamabad, attentato al Marriott: è strage Decine le vittime

Ancora sangue e terrore nella capitale del Pakistan: almeno 60 le vittime, 200 i feriti. Usato un camion-bomba con 500 chili di esplosivo. Nell'albergo era un corso un ricevimento organizzato in onore del presidente Ali Zardari in occasione del suo primo discorso al parlamento. Rivendicazione dn un gruppo vicino ad Al Qaida

Islamabad, attentato 
al Marriott: è strage 
Decine le vittime

Islamabad - Ancora sangue e terrore in Pakistan. Ancora un attentato nel giorno in cui il presidente Zardari ha fatto il suo primo discorso al Parlamento. Sono almeno 60 i morti e 200 i feriti nell'attentato all'Hotel Marriott, nel centro della capitale Islamabad, ma il bilancio è destinato a salire. Un camion-bomba fatto esplodere davanti all'ingresso del grande albergo dove c'è un cratere di alcune decine di metri. E' la risposta del terrorismo fondamentalista a Zardari, un altro attentato per destabilizzare il Pakistan, paese chiave, con il suo arsenale nucleare, nello scacchiere internazionale, al confine con l'Afghanistan dei talebani e sancta sanctorum di Al Qaeda. E la televisione indiana Headlines Today ha annunciato che l'attentato è stato rivendicato dal gruppo terrorista Tahreek-e-Taliban, legato ad Al Qaeda.

Camion con 500 chili di esplosivo Intorno alle otto di sera, un camioncino carico di almeno 500 chilogrammi di materiale esplosivo è piombato sull'ingresso principale dell'hote, da sempre un punto di riferimento per la comunità internazionale in Pakistan, che sorge in una zona centrale dove si trovano numerosi edifici pubblici e ambasciate, tra cui quella italiana, ed è saltato in aria di fronte all'edificio, distruggendone parte della struttura e lasciando un cratere profondo sei metri. In un primo momento si è parlato anche di un attentatore suicida che si sarebbe fatto esplodere all'interno della hall gremita di stranieri e pachistani. L'esplosione ha provocato un violento incendio che si è rapidamente esteso a tutto l'albergo, lasciando circa duecento persone in trappola ai diversi piani. Secondo la polizia diverse persone si sono lanciate dalle finestre del terzo o quarto piano, nel disperato tentativo di scampare alle fiamme. L'esplosione è stata avvertita a diversi chilometri di distanza. Molti edifici nelle vicinanze dell'albergo, tra i quali la redazione della televisione di stato, una banca e alcune abitazioni di politici sono stati danneggiati seriamente.

Tra i morti un americano Secondo un medico e un alto responsabile delle forze di sicurezza pachistane, tra i morti accertati figura un cittadino americano, e tra i feriti ci sono un parlamentare pachistano, un diplomatico danese e tre cittadini americani. La Farnesina ha confermato che nessuno italiano risulta fra le vittime e il ministro degli Esteri Franco Frattini ha condannato l'attentato, definendolo "un vile gesto di insensata violenza". L'attentato ha avuto luogo in concomitanza con la fine del digiuno giornaliero previsto durante il mese di Ramadan, mentre molti ospiti si stavano recando nei diversi ristoranti del Marriott, che in passato era stato già oggetto di un attentato.

Attacco dopo il discorso di Zardari in parlamento  L'albergo ospitava una serie di ricevimenti. Uno di questi era stato organizzato dal presidente della Camera, Fehmida Mirza, in occasione del primo discorso che il presidente pachistano Asif Ali Zardari aveva tenuto poche ore prima nel parlamento riunito in sessione plenaria e congiunta. Nel suo intervento in aula, Zardari aveva detto che il Paese "deve estirpare il terrorismo e i fondamentalismi in ogni momento e in qualsiasi luogo possano sollevare la loro testa minacciosa e violenta", ma aveva aggiunto che il Pakistan non tollererà violazioni del proprio territorio in nome della lotta contro i militanti islamici. Con riferimento al conflitto in atto alla frontiera fra il Pakistan e l'Afghanistan, Zardari ha sottolineato la necessità di impedire ai militanti islamici di usare il territorio pachistano per attaccare altri paesi, ma ha anche ribadito che il Pakistan non ammetterà violazioni territoriali nel quadro della lotta contro il terrorismo. Non è la prima volta che Zardari si esprime contro i raid aerei portati dalle forze americane stanziate in Afghanistan contro obiettivi sul suolo pachistano: tre giorni fa il presidente e il primo ministro Yousuf Raza Gilani avevano espresso preoccupazione per queste azioni militari, affermando che a nessuno straniero sarà permesso di lanciare attacchi all'interno del Pakistan e violare la sua sovranità.

Stato di allerta In seguito all'attentato di questa sera, tutto il Paese è stato messo in stato di allerta. In un discorso televisivo trasmesso poche ore dopo la strage all'hotel Marriott, Zardari ha promesso di estirpare dal paese il "cancro" del terrorismo e dell'estremismo. "Il terrorismo è un cancro e noi siamo determinati a sbarazzare il paese da questo cancro", ha detto il vedovo di Benazir Bhutto, che ha proseguito affermando che "il governo continuerà a combattere il terrorismo e l'estremismo in tutte le forme e manifestazionì". Al momento, la sola televisione indiana Headlines Today parla di una rivendicazione dell'attacco di oggi da parte del gruppo terrorista Therik-e-Taliban, legato ad Al Qaeda, il cui capo, Baiatullah Mehsud, è sospettato, tra l'altro, dell'omicidio di Benazir Bhutto il 27 dicembre scorso. Con lo stesso gruppo terrorista, il governo di Islamabad aveva firmato una tregua all'indomani delle elezioni di febbraio. Il governo si era impegnato a ritirare le truppe dalla zona occidentale del paese, dove i militanti taleban con l'appoggio di Al Qaida combattono per instaurare nell'aera la legge islamica. Ma ad aprile Mehsud fece sapere di aver rotto la tregua perché il governo non aveva mantenuto le promesse.

Nessun italiano coinvolto Non risultano al momento cittadini italiani coinvolti dall'attentato.

Lo riferiscono all'ANSA fonti della Farnesina e dell'ambasciata italiana in Pakistan. All'albergo, puntualizzano le stesse fonti, non ci sono ospiti di nazionalità italiana e non risulta, al momento, il coinvolgimento di connazionali stabilmente o temporaneamente residenti nel Paese.

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