Gianluca Pedrazzi
da Sassuolo (Modena)
Spari nella notte nella banlieue di via Adda. Due ragazzini immigrati che urlano sullasfalto e le sirene delle pattuglie dei carabinieri e di un'autolettiga che arrivano. Non cè più pace a Sassuolo, in quella casbah allimmediata periferia della città, improvvisamente finita sulle prime pagine dei giornali, e dei tg, per il fermo di un immigrato ubriaco e violento, picchiato da due carabinieri che, filmati, sono stati poi trasferiti dallArma. Ora anche la procura militare ha aperto un fascicolo a loro carico.
Intanto il quartiere sembra pronto a esplodere, mentre oggi nel Commissariato cittadino andrà in scena lautoconsegna da parte di tutti i poliziotti per protestare contro «lassoluta carenza di mezzi e uomini per fronteggiare una situazione esplosiva». Talmente grave che la scorsa notte cè chi da un palazzo di via Adda ha aperto la finestra e ha sparato a due ragazzini che stavano camminando in strada. Una decina di colpi di carabina che hanno colpito i due ragazzini di 16 e 15 anni, risultati poi entrambi clandestini, al cuoio capelluto, al volto e a una mano. Immediati i controlli, le indagini, gli interrogatori di carabinieri e polizia per risalire a chi ha fatto fuoco. E subito il pensiero è andato a un misterioso pensionato che, nei giorni scorsi, aveva telefonato al Comitato Braida (il piccolo organismo creato da anni dai cittadini per chiedere sicurezza nel quartiere) e che aveva promesso di voler mettere ordine col suo fucile.
Tra spari, aggressioni, spacciatori che circolano come se nulla fosse, un «no» forte al quartiere-ghetto arriva anche dallAssociazione giovani musulmani. La stessa che aveva ricevuto il filmato dellaggressione allimmigrato, girandolo poi sul proprio sito web. «Non basta la condanna a sei mesi di carcere al marocchino arrestato dai carabinieri - dice a sorpresa e con tono deciso Osama Al Saghjir, presidente dellAssociazione -: doveva essere espulso immediatamente, senza mezzi termini, dallItalia. E come lui tutti coloro che portano in Italia, quello che consideriamo come voi il nostro Paese, criminalità, violenza e spaccio».
Parole che cercano di rasserenare un clima infuocato, che arrivano dopo un incontro con i cittadini del quartiere, mentre la solidarietà ai carabinieri e alla polizia dilaga. Raccolta di firme ovunque. E sono migliaia.
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